Istanza di emersione criptovalute

Istanza di emersione delle criptovalute: cos'è e come presentarla

Se sei un possessore di criptovalute, potrebbe certamente interessarti presentare l’istanza di emersione delle criptovalute entro il 30 novembre. Cos’è, a cosa serve e come si presenta? Te lo spiego subito.

Istanza di emersione delle criptovalute: come accedere alla c.d. Sanatoria Crypto

Una delle introduzioni più importanti della passata Legge di Bilancio, almeno per chi ha la passione e l’interesse verso le valute digitali, è la serie di norme che si succedono dall’art. 1 comma 126 e ss. Esse mirano a portare finalmente chiarezza e luce in merito al trattamento fiscale delle criptovalute, che fino a quel momento ancora vivevano in un vero e proprio buco normativo.

All’interno delle varie misure si fa notare quella dell’art. 1 comma 138 che prevede una sorta di condono fiscale per chi, negli anni passati, possedeva criptovalute ma non le aveva dichiarate. Per poter accedere a questo condono è prevista la presentazione della istanza di emersione delle criptovalute, che permette la loro regolarizzazione a livello fiscale. A questo condono si fa spesso riferimento, in modo atecnico, con il nome di “Sanatoria Crypto”.

Dunque, tutti quei contribuenti che non hanno dichiarato di possedere delle criptovalute negli anni che vanno dal 2016 al 2021, non potendole utilizzare nel sistema di ravvedimento operoso, possono optare per tale sanatoria e “pulire” la propria posizione in crypto per il Fisco italiano. L’istanza di emersione delle criptovalute serve quindi a poter accedere alla Sanatoria Crypto e a mettere in regola le proprie criptovalute con il Fisco.

Vediamo quindi come operare in tal senso e quali sono le possibilità che si presentano al contribuente.

Come agire se si possiedono delle criptovalute da dichiarare

Le possibilità di regolarizzare la propria posizione con il Fisco Italiano sono due se si posseggono delle criptovalute, in base alla dichiarazione resa in precedenza.

  1. Nella prima ipotesi il contribuente non ha mai dichiarato il possesso delle criptovalute e, in aggiunta, non ha presentato la dichiarazione dei redditi, quindi si trova in una fase di omessa dichiarazione.

    In questo caso l’unica via percorribile è proprio quella dell’istanza di emersione delle criptovalute, da eseguire nei tempi previsti dalla legge.

  2. Nella seconda ipotesi il contribuente non ha dichiarato il possesso delle criptovalute, tuttavia ha presentato il 730 con la sua dichiarazione dei redditi.


In tal caso è possibile procedere sia con l’istanza di emersione delle criptovalute, sia con il ravvedimento operoso tramite una dichiarazione integrativa, se la mancata dichiarazione crypto non è avvenuta per la dichiarazione effettuata nel 2022. Se invece la mancata dichiarazione è relativa agli anni 2021 e precedenti, allora l’istanza di emersione delle criptovalute resta l’unica strada percorribile.

In cosa consiste l'istanza di emersione delle criptovalute

L’istanza di emersione delle criptovalute, dunque, serve ad accedere alla Sanatoria Crypto 2023. Ma in cosa consiste?

A regolare l’istanza di emersione delle criptovalute è il comma 138 all’articolo 1 della Legge 197/2023, che prevede appunto la presentazione di un modulo reperibile tramite Agenzia delle Entrate, dedicato a tutti coloro che non hanno dichiarato le proprie criptovalute entro il 31/12/21 e che non hanno nemmeno compilato la dichiarazione dei redditi tramite 730.

Il modulo è stato recentemente caricato dall’Agenzia delle Entrate sul sito web autorizzato: lo trovi qui, insieme ad istruzioni su come compilarlo.

Sanatoria Crypto ed istanza di emersione crypto: come il Fisco ha previsto di far emergere le criptovalute

Ogni contribuente può produrre o meno redditi e plusvalenze alla fine dell’anno.

Per far emergere le proprie criptovalute, coloro che non hanno prodotti redditi e plusvalenze, avranno la possibilità di presentare l’istanza e versare un pagamento pari allo 0,5% per ogni anno di omessa dichiarazione.

La sanzione aumenta nel caso in cui si siano invece prodotti redditi e plusvalenze, con un 3,5% da pagare per ogni anno sulle attività prodotte e lo 0,5% predetto per omessa dichiarazione.

Si arriva quindi a una percentuale di mora pari al 4% per ogni anno.

Quindi, il Fisco ha pensato di permettere il pagamento di una sanzione sostitutiva all’imposta normale sulle plusvalenze (26% sul capital gain). Questo significa che la convenienza dell’adesione alla Sanatoria Crypto 2023 per mezzo dell’istanza di emersione criptovalute non sempre conviene: la valutazione va fatta caso per caso! Il rischio è che con la Sanatoria, infatti, si paghi di più di quanto non si sarebbe pagato con le sanzioni “tradizionali” per mancata dichiarazione. Il consiglio, in questo caso, è di rivolgersi ad un commercialista che possa indicarti la strategia dichiarativa più efficace.

Come presentare la propria istanza di emersione delle criptovalute

Guardiamo adesso gli aspetti pratici della presentazione dell’istanza di emersione delle criptovalute.

Innanzitutto, tutti i contribuenti che hanno deciso di optare per l’istanza devono possedere un indirizzo pec e una firma digitale.

Per la validazione dei documenti e per caricarli correttamente sul sito possono poi dotarsi di un intermediario abilitato, che invii e riceva tutte le comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Prima di procedere con la presentazione dell’istanza, ogni contribuente deve redigere o far redigere un’apposita relazione di accompagnamento con allegati documenti probatori.

Le modalità di redazione dell’istanza sono tutte dettagliate nell’allegato 3 al provvedimento, in modo da non sbagliare l’iter burocratico e bloccare la pratica.

Il modulo F24 da allegare all’istanza di emersione crypto

Un punto fondamentale già accennato dalla Legge di Bilancio al comma 138 dell’art. 1 e poi ripreso anche dalle indicazioni dell’Agenzia delle Entrate: l’istanza di emersione delle criptovalute va accompagnata necessariamente alla copia dell’F24 che attesti il pagamento della sanzione e dell’eventuale imposta sostitutiva.

I tempi di pagamento delle imposte, tramite F24, scadono il prossimo 30 novembre 2023, tramite codici di tributo comunicati dall’Agenzia delle Entrate.

I codici tributo da inserire nell’F24 di accompagnamento

È emerso dunque quali siano i codici tributo da inserire nell’F24 per il pagamento della sanzione prevista dalla Sanatoria Crypto. Ricordiamo, questa sanzione è pari allo 0,5% di quanto non dichiarato per l’anno in esame. Dovrai inserire questi codici.

  • “1718” denominato “Emersione delle cripto-valute – articolo 1, commi da 138 a 142, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 – Sanzione per violazione degli obblighi di monitoraggio fiscale”;

Per quanto riguarda invece il codice tributo per il pagamento dell’imposta sostitutiva del 3,5% sul totale non dichiarato – imposta da versare solamente se si sono percepiti redditi nell’anno in esame – il codice tributo è il seguente:

  • “1719” denominato “Emersione delle cripto-attività – articolo 1, commi da 138 a 142, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 – Imposta sostitutiva dovuta sui valori delle cripto-attività oggetto dell’istanza di regolarizzazione”.

La data del 30 novembre 2023 è anche l’ultima per la presentazione dell’istanza con allegata relazione e documenti probatori, da indirizzare alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate per procedere alla sanatoria.

All’interno dell’allegato 4 è specificato il messaggio da inserire all’interno della PEC, con particolare attenzione all’oggetto che deve essere quello specificato, oltre che gli indirizzi della direzione dell’Agenzia delle Entrate preposta a questo compito.

I documenti possono essere firmati anche in forma digitale. Se firmati in forma non digitale, dovrà essere allegata fotocopia del documento d’identità.

Quali sono i soggetti autorizzati a presentare l'istanza di emersione delle criptovalute

Secondo quanto previsto dal Decreto del 22 dicembre 1986, n. 917, sono autorizzati a compilare e presentare l’istanza di emersione delle criptovalute tutte le persone fisiche che hanno residenza in Italia, accompagnate dalle società semplici e dagli enti non commerciali.

Se si decide di usufruire di un intermediario, questo deve essere indicato e autorizzato all’invio e alla ricezione dei documenti tramite il portale.

Cosa è possibile regolarizzare con la Sanatoria Crypto

Oggetto del provvedimento di emersione delle criptovalute sono tutte le criptoattività, anche quelle generate da staking.

Si tratta di tutte le criptoattività maturate entro il 31/12/2021 che non sono riportate nel quadro RW della dichiarazione dei redditi negli anni cui si riferivano.

Non rientrano in questo provvedimento tutte quelle criptovalute che derivano da attività legali dimostrate, o da riciclaggio di denaro.

I periodi che possono essere regolarizzati tramite istanza sono quelli che vanno dal 2016 al 2021, sempre presentando apposita documentazione probatoria.

Come è composto il modulo di istanza di emersione criptovalute

Il modulo di istanza di emersione delle criptovalute si compone di varie sezioni, che prevedono i dati anagrafici del contribuente, le informazioni circa le criptoattività sostenute dal 2016 al 2021, le somme dovute per la regolarizzazione e i relativi pagamenti effettuati.

La pagina iniziale prevede anche uno spazio per l’inserimento dei dati del professionista che si occupa di curare la pratica, oltre che una sezione dedicata alla Pec per le comunicazioni in entrata e in uscita.

Come redigere la relazione accompagnatoria all’istanza di emersione delle criptovalute

La relazione da allegare all’istanza prevede diverse sezioni da compilare.

La prima è dedicata ai dati relativi al soggetto richiedente, mentre la seconda è un riassunto delle criptoattività sostenute e delle criptovalute possedute fino alla data del 31/12/2021.

Le sezioni successive prevedono l’inserimento della sanzione prevista anno per anno, nella misura dello 0,5% se non si sono prodotti redditi e plusvalenze e del 4% (0,5% di sanzione e 3,5% di imposta sostitutiva) se invece questo è avvenuto.

Dopo aver inserito i dati dei pagamenti effettuati, sono previste anche 4 righe libere per scrivere eventuali note e comunicazioni utili.

Cosa si intende per documentazione probatoria da allegare

La documentazione probatoria da allegare all’istanza prevede le contabili bancarie che attestano il pagamento delle sanzioni, i wallet address per verificare la disponibilità di criptovalute e tutti i documenti che l’intermediario ritiene utili a dimostrare la veridicità della propria dichiarazione, come ad esempio i numeri delle transazioni eseguite nel periodo indicato.

I più importanti sono, tuttavia, i report fiscali che si possono ottenere da software di rendicontazione fiscale come CryptoBooks: questi report permettono di dimostrare tutta la cronistoria delle proprie attività e transazioni in criptovaluta, i relativi prezzi di acquisto ed eventuali prezzi di vendita.

Come si perfeziona l'istanza di emersione delle criptovalute

Per perfezionare l’istanza di emersione delle criptovalute è necessario pagare preventivamente tutte le imposte e sanzioni previste dalla legge nelle modalità che abbiamo in precedenza indicato.

Tutta la documentazione, compreso l’F24 attestante il pagamento effettuato, deve essere trasmessa entro e non oltre il 30 novembre 2023.

In caso di necessità, è possibile richiedere assistenza alle Agenzie delle Entrate presenti sul territorio.

Come si ottiene la documentazione accessoria necessaria per aderire alla Sanatoria Crypto

Come anticipato poc’anzi, è necessario allegare all’istanza di emersione delle criptovalute tutti i documenti probatori che dimostrino effettivamente i vari prezzi di acquisto e di vendita nonché il valore medio delle crypto detenute nell’anno in esame.

Riportare correttamente questi valori nei campi dell’istanza di emersione è imprescindibile per poter effettivamente avvantaggiarsi della Sanatoria Crypto e non rischiare di dichiarare il falso.

Tuttavia, ricostruire questi dati è impresa spesso titanica: il mondo delle transazioni in criptovaluta è complesso e l’opera di riconciliazione tra tutte le transazioni e le piattaforme, con i metodi contabili corretti (il metodo della partita doppia ed il metodo LIFO) è possibile solo con l’ausilio di un software.

Per questo esiste CryptoBooks: il software di rendicontazione fiscale delle crypto n.1 in Italia. CryptoBooks ti permette di collegare tutte le tue piattaforme in modo automatico e di lasciare alle automazioni e agli algoritmi del software il compito di ricostruire la cronistoria delle tue cripto-attività. Al termine del setup potrai scaricare i report fiscali da allegare direttamente con l’istanza di emersione delle criptovalute.

In questo caso, potrai dimostrare all’Agenzia delle Entrate di aver fatto tutto il necessario e possibile per mettere in regola le tue crypto con il fisco e non dovrai più temere nulla.

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