Perché è importante il monitoraggio fiscale delle criptovalute
L’evoluzione decisamente accelerata delle normative in merito alle criptovalute, con importanti variazioni specie nell’ultimo anno e sia a livello nazionale che europeo, ha diverse cause.
La prima di queste riguarda la necessità di una regolamentazione chiara e priva di equivoci in merito al possesso delle monete virtuali che, in passato, ha generato non poca confusione.
La regolamentazione nasce anche (o forse soprattutto) per evitare le classiche procedure di frode ed evasione fiscale che spesso arrecano danni economici importanti ai vari Paesi: la normativa europea, in tal merito, si è dimostrata particolarmente rigida sotto questo punto di vista dopo che in passato diversi investitori hanno evaso il fisco dei rispettivi Paesi evitando la dichiarazione del possesso delle criptovalute.
Da sottolineare come lo scopo del controllo fiscale ha pure l’obiettivo di migliorare gli investimenti che possono essere svolti, rendendoli quindi più sicuri sotto ogni punto di vista – essendoci il controllo dell’Autorità Fiscale, è naturale che si disincentivino attività illecite quali frodi e scam.Il tracciamento, secondo le normative MiCA, ha l’obiettivo di offrire delle direttive aggiuntive grazie alle quali le varie operazioni potranno essere svolte senza riscontrare problematiche di varia natura.
Come dichiarare le criptovalute: il quadro RW ed il quadro RT
La dichiarazione delle criptovalute in proprio possesso può avvenire in due modi differenti, ovvero usando il modello 730 oppure il Modello Redditi persone fisiche.
In entrambi i casi sono presenti due riquadri, ovvero il quadro RT ed il quadro RW.
A cosa serve il quadro RT per le criptovalute
Per quanto riguarda il primo dei due, ovvero il riquadro RT, in esso occorre inserire tutte le plusvalenze o le minusvalenze che derivano da redditi diversi, quindi frutto di un’attività finanziaria diversa rispetto quella lavorativa: tra queste rientrano le attività con le crypto
In tale riquadro dovranno, dunque, essere inseriti tutti i valori in € corrispettivi all’attività svolta con le criptovalute, affinché il monitoraggio successivo possa avvenire correttamente e non vi siano eventuali problemi futuri.
La tassazione su questi valori è pari al 26% e questa deve essere pagata tramite il modello F24: il codice di riferimento che riguarda la suddetta attività è rappresentato dal numero 1100 che indica l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze. In questo articolo trovi tutte le informazioni sulla tassazione delle plusvalenze.
Il quadro RW e la sua evoluzione
Un elemento molto importante che ha subito una grande evoluzione è quello del quadro RW della dichiarazione del modello 730.
Come si compila il quadro RW per le criptovalute
Nel quadro RW va indicato il controvalore in € di tutte le criptovalute (globalmente considerate) che detenevi al 31/12 dell’anno per cui fai la dichiarazione. Ad esempio, se hai BTC, ETH e Shiba Inu per un controvalore in € (al 31/12 di quell’anno) pari a 50000€, sarà proprio quest’ultima cifra quella che dovrai inserire nel quadro RW.
Se hai venduto le tue crypto, allora dovrai considerare il controvalore al momento della vendita.
Le soglie del monitoraggio fiscale delle criptovalute
Fino al 2021, infatti, questo doveva essere compilato solo ed esclusivamente nel momento in cui la soglia di giacenza media durante il periodo di riferimento si assestava su un valore pari o superiore ai 15000 euro.
Nel 2022 avviene la prima svolta e la soglia dei 15000 monitoraggio crypto viene drasticamente abbassata con la modifica del DL 167/90 c. 1, che ha ridottoil suddetto valore a 5000 euro di giacenza minima.
Pertanto nella suddetta dichiarazione era fondamentale inserire le criptovalute anche se queste non superavano i 5000 euro di soglia, e non i 15000 come in precedenza.
Ma attenzione, poiché nel 2023 la regolamentazione delle criptovalute subisce un’ulteriore modifica: viene infatti stabilito, dalla Legge di Bilancio 2023 (L. 197 22 dicembre 2022) che anche possedendo un solo euro di criptovaluta, sia che si tratti di bitcoin o di altre, è obbligatorio compilare il suddetto quadro RW per evitare di andare incontro a delle sanzioni piuttosto pesanti.
Basta, quindi, un semplice investimento, anche minimo, che scatta l’obbligo fiscale di inserire nel 730, all’interno del quadro RW, la detenzione delle “cripto-attività” ai fini del monitoraggio fiscale delle criptovalute.
Come compilare le colonne del Quadro RW per le criptovalute
Il quadro RW per le criptovalute deve essere riempito compilando le varie colonne che lo compongono.
In questa sede non si parlerà del riempimento di ogni singola casella, per cui il consiglio migliore è quello di rivolgersi al commercialista di fiducia: mi limiterò invece a sottolineare che nella colonna 3 va inserito il codice 14 che indica la voce “Altre attività estere di natura finanziaria e valute virtuali”, mentre la colonna 4 che fa riferimento al Paese estero deve essere invece lasciata vuota.
Poi vi sono le ultime due colonne che devono essere compilate: nella 7 dovrai inserire il valore iniziale delle criptovalute espresso in euro mentre, nella colonna 8, dovrai inserire il valore finale della criptovaluta in relazione al momento della dichiarazione.
Quindi sarà possibile notare un incremento o una riduzione del valore che deve essere reso noto nel momento in cui effettui la compilazione del quadro RW.
Ricordati, ancora una volta, che la nuova normativa prevede, per un corretto monitoraggio fiscale delle criptovalute, che anche un solo euro di possedimento delle monete virtuali debba essere inserito nell’apposito riquadro, affinché tu possa evitare di andare incontro a eventuali sanzioni (che possono essere anche molto salate!).
A cosa serve il riquadro RW
Il quadro RW ha uno scopo ben preciso ai fini del monitoraggio fiscale delle criptovalute, ovvero evitare che queste possano essere oggetto di procedure di riciclaggio, di evasione fiscale o di frode; tutte queste procedure, illegali ed illecite, sono rese molto più difficili grazie agli obblighi di monitoraggio fiscale, che obbligano a dichiarare l’ammontare di crypto detenuto di anno in anno. Se vuoi approfondire, questo articolo ti spiega meglio tutte le ragioni dietro alle regole sul monitoraggio fiscale.
L’inserimento dei tuoi possedimenti di monete virtuali assume quindi una grande importanza in quanto rendi noto un tuo possedimento evitando di “destare sospetti” e al contempo evitando una serie di conseguenze negative, quali le suddette sanzioni economiche.
Altro aspetto che devi considerare è dato dal fatto che, fino al 2022, la compilazione di questa parte del modello 730 non comportava il pagamento di imposte di bollo in quanto questo serviva semplicemente per dichiarare un possedimento superando la soglia del monitoraggio fiscale per le crypto era di 5000 euro (oppure di 5000 per gli anni fino al 2021).
L’imposta di bollo sulle crypto: cos’è e a quanto ammonta
A partire dal 2023, invece, devi sapere che dovrai pagare un’imposta di bollo su quanto dichiarato nel quadro RW; l’imposta di bollo per le crypto dichiarate nel quadro RW ammonta al 2 per mille o 0,02% del valore dichiarato.
Attenzione: questa nuova imposta di bollo vale solo per le crypto detenute nel 2023 (e quindi dichiarate nel 2024!), non per le criptovalute che detenevi negli anni passati: per queste non c’è nessuna imposta di bollo da pagare.
Cosa accade se le criptovalute non vengono dichiarate, violando gli obblighi del monitoraggio fiscale
Una domanda che ci si potrebbe porre consiste nel chiedersi a quali conseguenze si vada incontro nel momento in cui si ignorano le normative in merito al monitoraggio fiscale criptovalute e, dunque, non le si dichiarano nel proprio 730 oppure le si dichiarano in modo errato.
La sanzione principale cui si va incontro quando non si dichiarano le crypto detenute è una multa caratterizzata da un valore compreso tra il 3% e il 30% del valore complessivo delle criptovalute non dichiarate.
Ci sono degli sconti sulla sanzione, che portano il valore della multa a un importo fisso di 258 euro qualora la dichiarazione tramite quadro RW avvenga entro i 90 giorni dalla scadenza del termine della dichiarazione; il consiglio, tuttavia, è sempre quello di evitare a prescindere qualunque sanzione e non buttare letteralmente via i soldi.
Come rispettare le norme sul monitoraggio fiscale crypto
A questo punto avrai capito che per rispettare le norme sul monitoraggio fiscale delle criptovalute nel 2023 bisogna dichiarare il proprio portafogli in crypto nell’anno in esame.
In tal modo si potranno evitare tutte quelle situazioni negative come sanzioni e accertamenti che nessuno vuole affrontare.
Allo stesso tempo, si potrà svolgere l’attività di investimento in completa e totale tranquillità, prerequisito fondamentale per poter investire con successo.
Come calcolare il proprio portafoglio crypto per un determinato anno, ai fini del monitoraggio fiscale
Ok, a questo punto sappiamo che per rispettare le norme sul monitoraggio fiscale crypto nel 2023 è sufficiente dichiarare le proprie criptovalute. Abbiamo visto, insieme, il perché di queste norme sul monitoraggio e le varie distinzioni di soglie (prima e dopo il 1/1/2023), nonché la ratio di queste regole.
Ora, viene la parte complicata: come ricostruire il proprio portafoglio crypto per un determinato anno, indicandone l’esatto controvalore in €? Dovrai ricomporre tutto il tuo portafoglio per ogni anno di dichiarazione che devi ottemperare. L’impresa è tutto fuorché facile, specialmente se avevi tante valute digitali sparse su tante piattaforme.
I crypto tax software utili per rispettare gli obblighi del monitoraggio fiscale
Per questo esistono software dedicati, detti “crypto tax software”: ti consentono di connettere le tue piattaforme e di scaricare poi i report che, per ciascun anno, ti forniscono tutti i dati esatti.
Chiaramente, dal 2023 in avanti diventerà ancora più importante affidarsi ad uno di questi software per l’esatto calcolo, visto che c’è una nuova imposta di bollo da pagare sulla base delle crypto detenute: se i calcoli sono errati, infatti, si rischia di pagare più tasse del dovuto o, altrimenti, meno tasse del dovuto e incorrere in potenziali sanzioni.
CryptoBooks è il software migliore sul mercato, che ti fornisce i calcoli più corretti e più sicuri. Puoi provarlo gratuitamente per 7 giorni, senza dover neanche inserire la carta di credito, e scoprire subito se è quello che fa al caso tuo!
Monitoraggio fiscale criptovalute: conclusioni
Il monitoraggio fiscale delle criptovalute ha quindi subito un drastico cambiamento nel corso del 2023 e occorre procedere con la loro dichiarazione proprio per essere in regola con le normative e continuare a utilizzare e investire nelle monete digitali; e tutto questo anche se si possiede un solo euro in crypto!
Il prossimo anno potrebbero esserci dei nuovi cambiamenti e questo dipenderà anche dall’evoluzione delle norme al momento in vigore e della loro interpretazione che ne darà l’Agenzia delle Entrate: nei prossimi mesi sono attese, in tal senso, importanti novità.
La cosa migliore da fare, dunque, è semplicemente quella di mettere in regola le proprie crypto e attenersi alle poche, ma semplici regole che vigono. Anche l’imposta di bollo, pari al 2 per mille, è una cifra irrisoria se si pensa alla tranquillità che si proverà quando si sarà completamente in regola: provare per credere!