Tassazione criptovalute: come CryptoBooks permette di gestire l'incertezza normativa
Ad oggi non esistono norme che regolino la dichiarazione e la tassazione delle criptovalute in Italia, e che diano un perimetro preciso a tutti i casi d’uso delle transazioni in valute virtuali.
In questo articolo vediamo come CryptoBooks permetta all’utente di dichiarare le proprie criptovalute, e dimostrare la propria buona fede nonostante il clima di incertezza normativa.
Una variabile per ogni interpretazione della normativa
Quando abbiamo scelto l’Italia come paese in cui lanciare CryptoBooks, sapevamo a cosa stavamo andando incontro. La mancanza di una normativa chiara e puntuale sulla compliance delle criptovalute determina la presenza di interpretazioni prodotte dall’Agenzia delle Entrate, e anche dai tentativi dei fiscalisti italiani di assimilare le criptovalute alle norme vigenti in altri settori o paesi europei.
Per riuscire a sviluppare un software efficace che possa davvero semplificare i calcoli e le analisi necessarie a dichiarare le criptovalute, abbiamo cominciato da un attento studio di queste interpretazioni. Subito abbiamo compreso come fosse impossibile sceglierne una sulla base della quale sviluppare il software. Dovevamo rimanere agnostici rispetto a qualunque interpretazione e rendere la piattaforma adattabile.
Abbiamo così stilato una lista delle possibili interpretazioni per ogni caso d’uso e dei metodi di calcolo del valore delle criptovalute e delle plusvalenze applicabili. Questo ci ha permesso di sviluppare un codice sorgente elastico in grado di dare all’utente, o al suo consulente, la possibilità di scegliere quale delle interpretazioni sia più confacente al proprio caso o quale ritenga essere più corretta per la sua posizione personale.
Una volta loggati in piattaforma, basterà andare nelle impostazioni per scegliere se, nell’effettuare i calcoli dei report fiscali, il software debba considerare le cripto valute estere oppure asset digitali, se lo staking sia da considerare un concorso a premi e vada inserito nei redditi diversi o si tratti invece di ottenimento di criptovalute a titolo gratuito.
Man mano che la regolamentazione andrà avanti e verranno approvate norme precise e puntuali, sarà semplice andare a sostituire le variabili già presenti nel software con il metodo stabilito per legge.
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5 report a sostegno della propria dichiarazione
I quadri dichiarativi consentono di inserire un limitato numero di dati senza poter spiegare come questi siano stati ottenuti o quali analisi siano state fatte. Dare la possibilità all’utente di dichiarare le proprie criptovalute senza fornirgli dei report completi che dessero evidenza dei calcoli, delle fonti utilizzate e delle metodologie applicate non sarebbe bastato a porre gli utenti al riparo da possibili sanzioni. Per questo abbiamo ideato 5 report fiscali che costituiscono una esaustiva prova documentale della propria buona fede nella dichiarazione e della veridicità dei dati dichiarati.
In caso di accertamento gli utenti di CryptoBooks potranno fornire tutte le proprie transazioni, i calcoli del proprio portfolio, delle plusvalenze, dei redditi diversi ed esaustive spiegazioni su come questi calcoli siano stati svolti ed in virtù di quale interpretazione e riferimento normativo.
Non basta inserire il numero corretto nel quadro RW ma bisogna avere le prove e le evidenze per qualsiasi ipotetico controllo futuro. Con questo obiettivo in mente stiamo sviluppando la piattaforma che permetterà a tutti gli utilizzatori di cripto valute di essere conformi alle normative (seppure ancora in fase di definizione) ed inattaccabili qualora gli arrivi un accertamento.