Fiscalità
02/02/2024
In questo articolo continuiamo il nostro viaggio verso la dichiarazione delle criptovalute scoprendo insieme che cosa sia la nota integrativa, perché sia fondamentale.
Dichiarare le criptovalute nel proprio quadro RW è una best practice fondamentale per dimostrare buona fede ed evitare sanzioni dirette sul proprio capitale.
Per approfondire leggi l’articolo: 3 ragioni per dichiarare le criptovalute nel tuo RW
Con il termine Nota Integrativa normalmente si indica un documento descrittivo che ha la funzione di spiegare e integrare i bilanci di un’azienda. Noi di CryptoBooks invece con questo termine intendiamo un report che spiega la ratio della propria dichiarazione delle criptovalute, spiegando e integrando le informazioni contenute nella dichiarazione dei redditi.
La nota integrativa va a specificare diverse informazioni tra cui:
quali siano le fonti delle propria lista delle transazioni;
come questa sia stata realizzata ed analizzata;
quale criterio sia stato utilizzato per stabilire il valore del proprio portfolio di criptovalute, se di costo o di mercato;
e anche quale formula sia stata applicata per il calcolo dei capital gain e quali oneri accessori siano stati dedotti.
Infine, quali siano le logiche che regolano il funzionamento delle piattaforme utilizzate e come queste sono state interpretate rispetto alla normativa. Se dovessimo spiegare la nostra Nota Integrativa in parole semplici, potremmo affermare: “Se ricevi un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, la Nota Integrativa ti consente di avere delle spiegazioni approfondite da consegnare alle autorità, e con le quali potranno constatare i parametri di valorizzazione del prezzo di carico e di come questo sia cambiato nel tempo”.
Facciamo qualche esempio pratico e utilizziamo un caso classico di utilizzo della Nota Integrativa per dichiarare i diversi metodi di calcolo delle commissioni di un exchange centralizzato di criptovalute. Alcuni exchange utilizzano una percentuale della compravendita della coppia di criptovalute come commissione, mentre altri utilizzano un loro token per pagare le fees. Questi metodi di calcolo delle commissioni di acquisto e di vendita andranno rendicontati in modo diverso, considerando il fatto che avranno un impatto sulle criptovalute detenute in portafoglio alla fine dell’anno.
I quadri RW e RT non consentono di fornire informazioni esaustive circa il proprio portfolio di criptovalute e i redditi generati da questo durante l’anno. Ad esempio, nel quadro RW è possibile inserire il valore complessivo in Euro di un tipo di criptovaluta posseduto, ma non mostrare la differenza di prezzo di carico tra due quantità di Bitcoin comprate in momenti diversi. Non solo non viene neanche inserito l’ammontare di criptovalute in possesso dal contribuente, si tratta di una sorta di calderone unico in cui inserire un valore complessivo in Euro. La mancanza di queste informazioni dettagliate potrebbe causare un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate in caso di accertamento. Il contribuente si troverebbe a dover dare visibilità delle transazioni specifiche, dei passaggi intermedi (magari cripto-su-cripto), dei metodi di calcolo utilizzati e delle analisi svolte durante la sua preparazione del report. Dover fornire informazioni come queste diventerà cruciale per dimostrare la veridicità di quanto dichiarato e soprattutto la propria buona fede nel calcolo dell’ammontare dichiarato in Euro.
Se durante la preparazione delle dichiarazione delle criptovalute è stata realizzata una nota integrativa, questo semplifica moltissimo il processo di risposta alle autorità fiscali e consente di mostrare loro integralmente tutti i passaggi effettuati.
In questo modo è possibile spostare il focus dell’accertamento, dalla verifica che la dichiarazione sia stata fatta in buona fede, al semplice controllo dei calcoli e delle metodologie utilizzate. Dunque se dovessero esserci imprecisioni o errori di classificazione o interpretazione non si sarebbe soggetti a conseguenze peggiori.
Quelle che abbiamo elencato in questo articolo non sono delle regole imposte dall’Agenzia delle Entrate. ma una sorta di linee guida basate sull’esperienza diretta nella dichiarazione fiscale delle criptovalute, e di quelle che sono le richieste durante un eventuale accertamento. Avere fatto tutti i calcoli in maniera diligente e avere la storia cronologica delle transazioni suddivisa per casi d’uso, ci consente di metterci al riparo da qualsiasi richiesta del fisco.
La complessità delle transazioni sulla blockchain e di tutti i casi d’uso delle criptovalute, complica ancora di più questo compito. I calcoli richiedono la costruzione di modelli excel complessi e ore di lavoro da dedicare all’analisi delle proprie transazioni.
Noi abbiamo colto la sfida e stiamo già aiutando migliaia di possessori di criptovalute ad essere in regola e conformi con le normative.
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