Le valute digitali, virtuali e le criptovalute non sono sinonimi: si tratta di tre categorie con caratteristiche e regolamentazioni specifiche. Comprendere queste distinzioni è fondamentale, sia per chi utilizza strumenti digitali nei pagamenti quotidiani sia per chi opera nel settore crypto e vuole gestire gli asset in modo conforme alle normative.

Fino a qualche decennio fa, le transazioni finanziarie erano piuttosto semplici: i pagamenti avvenivano esclusivamente in contanti o tramite titoli emessi dalle banche, come gli assegni bancari. L'introduzione dei bancomat, delle carte di credito e, successivamente, la rivoluzione portata da internet hanno trasformato radicalmente questo scenario. Oggi esistono molteplici forme di moneta con cui è possibile scambiare denaro e valore.

A fianco del tradizionale concetto di valuta cartacea o valuta fiat, si sono aggiunte le monete elettroniche, come le carte di credito, e le più ampie valute digitali, accessibili tramite internet banking o app mobili.

Queste diverse tipologie di valute sono ormai parte della nostra quotidianità, ma non sempre è chiaro come distinguerle, soprattutto dopo l'avvento delle criptovalute, che ha aggiunto ulteriore complessità al panorama finanziario. Stiamo vivendo un cambiamento epocale, in cui il sistema dei pagamenti sta convergendo verso un unico modello interconnesso, caratterizzato da trasferimenti rapidi tra operatori, spesso in modalità decentralizzata. Questo solleva anche importanti interrogativi sulla regolamentazione e la tassazione di questi strumenti finanziari.

Se ti stai chiedendo cosa siano realmente queste valute, come differiscono tra loro e quali normative ne regolano l'utilizzo, sei nel posto giusto. In questo articolo analizzeremo le caratteristiche principali delle diverse forme di valuta, con un focus sui riferimenti normativi italiani ed europei e sulle modalità per adeguarsi a leggi in costante evoluzione.

Definizione di Valute Virtuali, Digitali e Criptovalute

Le valute digitali, virtuali e le criptovalute rappresentano tre categorie distinte di asset digitali, spesso confuse tra loro. Vediamo nel dettaglio le differenze principali.

Valute Digitali

Le valute digitali comprendono qualsiasi forma di valore monetario che esiste esclusivamente in formato digitale. Sono emesse da entità centralizzate come banche centrali, banche commerciali o istituti finanziari e possono essere utilizzate per transazioni elettroniche. Un esempio pratico sono i pagamenti effettuati tramite servizi bancari online, o app mobile e carte di credito collegate a un conto corrente.

Valute Virtuali

Le valute virtuali sono una categoria diversa delle valute digitali. Tuttavia, a differenza delle valute digitali tradizionali, non sono emesse o garantite da alcuna autorità centrale. Operano in ecosistemi specifici, come piattaforme di gioco o ambienti virtuali, e spesso non hanno corso legale. Un esempio tipico è rappresentato dai crediti utilizzati in giochi online.

Secondo la Banca d'Italia (Delibera 586/2016) e il D.Lgs. 231/2007, le valute virtuali sono definite come rappresentazioni digitali di valore non emesse da un ente pubblico ma utilizzabili come mezzo di scambio o riserva di valore.

Criptovalute

Le criptovalute costituiscono una forma particolare di valuta virtuale. Sono protette mediante tecniche crittografiche e operano su reti decentralizzate chiamate blockchain. A differenza delle valute digitali tradizionali, non esiste un ente centrale che le emette o le controlla: la loro caratteristica principale è la struttura peer-to-peer (P2P), che elimina la necessità di intermediari. Questo le rende più resistenti a censure e manipolazioni, ma comporta anche maggiori responsabilità nella gestione e nella sicurezza degli asset.

Esempi noti di criptovalute sono Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH), che operano su blockchain pubbliche e permissionless, accessibili a chiunque. Esistono anche blockchain private o permissioned, utilizzate in ambiti aziendali, dove l’accesso è limitato a determinati utenti autorizzati.

Riassumendo

In sintesi, le valute digitali e virtuali rappresentano due macro-categorie che definiscono il panorama del denaro digitale nel contesto moderno.

Da un lato, abbiamo le valute digitali, che sono la diretta evoluzione delle tradizionali valute a corso legale (fiat), emesse e regolamentate da istituzioni finanziarie centralizzate. Queste includono strumenti come le Central Bank Digital Currencies (CBDC) o semplici trasferimenti bancari digitali. Si tratta di forme digitali di denaro già riconosciute e integrate nel sistema economico globale.

Dall'altro lato, troviamo le valute virtuali, che operano in ecosistemi specifici e non sono riconosciute come moneta legale. Queste valute non hanno un'emissione centralizzata né un obbligo di accettazione al di fuori dei contesti in cui vengono utilizzate. Tra le valute virtuali rientra una sotto-categoria particolare: le criptovalute, asset digitali basati su tecnologie blockchain e protetti da crittografia. Le criptovalute come Bitcoin ed Ethereum incarnano il concetto di decentralizzazione e scambio peer-to-peer, eliminando la necessità di intermediari.

Comprendere queste distinzioni non è solo utile per muoversi nel mondo delle innovazioni finanziarie, ma anche essenziale per operare in conformità con le normative, che stanno evolvendo per regolamentare un settore sempre più rilevante e complesso.

Alcuni riferimenti Normativi Italiani ed Europei

Italia

• Decreto Legislativo 90/2017: integra le criptovalute nel quadro normativo antiriciclaggio

• Provvedimenti dell'Agenzia delle Entrate: trattano le criptovalute come beni patrimoniali per scopi fiscali

• Legge 29 dicembre 2022, n. 197: specifica la fiscalità delle cripto attività

Unione Europea

• MiCA (Markets in Crypto-Assets Regulation): introduce regole uniformi per l’offerta e la custodia di asset digitali

• PSD2 (Payment Services Directive 2): copre i servizi di pagamento, includendo anche quelli digitali

Caratteristiche chiave delle valute virtuali

Le valute virtuali presentano diverse caratteristiche distintive:

• esistenza digitale: operano esclusivamente su piattaforme digitali;

• assenza di garanzia statale: non sono emesse o garantite da banche centrali o banche commerciali;

• convertibilità: possono essere scambiate per valute fiat su piattaforme specifiche denominate exchange;

• facilità di trasferimento: permettono transazioni rapide e senza confini in maniera decentralizzata direttamente nella blockchain.

Tipologie di valute virtuali: aperte e chiuse

Valute virtuali chiuse

Queste valute funzionano esclusivamente all’interno di specifici ecosistemi digitali e non possono essere convertite in denaro reale. Esempi comuni includono crediti per videogiochi online o i punti fedeltà di programmi di ricompensa.

Valute virtuali aperte

Sono scambiabili con valute fiat o altri asset digitali. Le criptovalute, come Bitcoin ed Ethereum, rientrano in questa categoria, poiché possono essere acquistate, vendute e utilizzate al di fuori del loro ecosistema nativo.

I VASP e i CASP

Avendo compreso le varie distinzioni è ora più semplice intuire che con la crescente diffusione delle valute virtuali e delle criptovalute, si è resa necessaria l'introduzione di categorie specifiche per gli operatori del settore. Due concetti fondamentali emersi a livello europeo e internazionale sono quelli di VASP (Virtual Asset Service Providers) e CASP (Crypto Asset Service Providers).

I VASP, così come definiti inizialmente, comprendono tutti gli operatori che forniscono servizi legati agli asset digitali, come la custodia, il trasferimento, la gestione o lo scambio di valute virtuali. L'obiettivo è assicurare che queste attività siano soggette a controlli antiriciclaggio (AML) e di contrasto al finanziamento del terrorismo (CFT), similmente a quanto avviene per gli istituti finanziari tradizionali.

I CASP, introdotti dal regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto-Assets Regulation), rappresentano una specifica evoluzione del concetto di VASP, focalizzandosi sui servizi legati agli asset crypto. I CASP includono piattaforme di scambio, fornitori di wallet digitali e operatori che emettono o negoziano asset crypto. Con l'approvazione del MiCA, si stabiliscono norme armonizzate a livello europeo per garantire maggiore trasparenza, sicurezza e tutela degli investitori nel mercato delle criptovalute.

Le nuove regole per i CASP stanno già avendo un impatto concreto: diverse stablecoin vengono delistate e gli exchange si stanno adeguando alle nuove normative. Ne abbiamo parlato in questo articolo di approfondimento.

Orientarsi nel nuovo ecosistema finanziario: regolamentazione, fiscalità e strumenti utili

Le valute virtuali hanno rivoluzionato il mondo finanziario, offrendo nuove opportunità ma anche sfide complesse. La loro natura digitale, la decentralizzazione e l’assenza di un ente emittente centrale le rendono strumenti innovativi, ma soggetti a un quadro normativo in costante aggiornamento.

Comprendere le distinzioni tra valute digitali, virtuali e criptovalute non è solo una questione teorica: ha implicazioni dirette sulla fiscalità, la regolamentazione e la conformità legale per privati, aziende e operatori del settore. L’introduzione di normative come il regolamento europeo MiCA e gli obblighi antiriciclaggio (AML) stanno delineando un nuovo scenario in cui la trasparenza e la sicurezza diventano fondamentali.

Rimanere informati su queste evoluzioni normative è una necessità per chiunque voglia operare in questo settore senza incorrere in rischi legali o fiscali. In un contesto in cui la regolamentazione diventa sempre più stringente, essere preparati significa proteggere il proprio capitale e cogliere le opportunità senza incertezze.

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