A fine ottobre avevamo fotografato un quadro chiaro: la bozza della Legge di Bilancio 2026 confermava l’aumento al 33% per le plusvalenze crypto e introduceva un'eccezione al 26%, riservata agli EMT denominati in euro. Si trattava dello scenario pre-discussione in camera e senato, in attesa di eventuali emendamenti.

C’è una novità che oggi cambia le carte in tavola, gli emendamenti che sono stati depositati il 19 Novembre e hanno rimesso tutto in discussione: il ritorno al 26% diventa la proposta comune a tutte le forze politiche e gruppi parlamentari che hanno presentato modifiche all’articolo 13.

Le proposte depositate intervengono quindi sull’articolo 13 della bozza e puntano a superare l’aumento al 33% programmato, reintroducendo strumenti già noti (la rivalutazione) e riallineare il trattamento fiscale delle cripto-attività a quello degli altri strumenti finanziari.

In questa analisi trovi una sintesi chiara di cosa prevedono gli emendamenti e quali modifiche potrebbero entrare nel testo finale.

Cosa prevedono gli emendamenti all’articolo 13

Gli emendamenti depositati intervengono direttamente sul testo dell’articolo 13 della bozza e introducono tre modifiche operative:

• sopprimere l’aumento al 33%;

• rendere annuale la rivalutazione al 18%;

• ampliare la portata della lettera c-sexies del TUIR includendo nuove ipotesi di irrilevanza fiscale.

Si tratta di proposte presentate sia dalla maggioranza sia dall’opposizione e avranno effetto solo se confluiranno nel testo finale della manovra.

Il perimetro dell’intervento è chiaro: mantenere l’aliquota al 26% e correggere alcune asimmetrie che, dal 2026, avrebbero creato un disallineamento ingiustificato rispetto al regime applicato agli altri strumenti finanziari.

Tutti e tre i correttivi fanno parte dell’emendamento Pellegrino–Gelmetti, che risulta già segnalato per l’esame in Commissione. È il testo di riferimento scelto tra gli emendamenti depositati e quello su cui si concentrerà la discussione parlamentare sull’articolo 13.

I tre correttivi strutturali introdotti dagli emendamenti

1. Rivalutazione annuale delle cripto-attività al 18%

Gli emendamenti rendono stabile la rivalutazione delle cripto-attività: la procedura che già conosciamo, introdotta nel 2023 e riproposta nel 2025, diventerebbe esercitabile ogni anno.

L’imposta sostitutiva resterebbe al 18% e consentirebbe ai contribuenti di aggiornare periodicamente il proprio prezzo di carico fiscale con uno strumento familiare e già sperimentato.

2. Compensazione tra plusvalenze e minusvalenze di strumenti finanziari e crypto

Gli emendamenti puntano a eliminare la separazione tra la tassazione delle cripto-attività e quella degli strumenti finanziari tradizionali, permettendo di compensare plusvalenze e minusvalenze in un unico perimetro. Le minusvalenze maturate su azioni, ETF o altri titoli potrebbero essere usate per abbattere plusvalenze crypto, e viceversa.

3. Inclusione dei costi transazionali nel prezzo di carico

Gli emendamenti propongono di modificare l’art. 6, comma 3, del D.Lgs. 461/1997 per reintrodurre nel costo fiscalmente rilevante tutte le spese necessarie all’acquisto dell’asset: commissioni e network fee. Dal 2023 tali costi non erano riconosciuti per effetto del comma 9-bis dell’art. 68 TUIR e della Circolare 30/E. La proposta definirebbe un criterio coerente con la formazione reale del prezzo di carico nelle operazioni onchain.

Altre proposte: rinvio e governance

Accanto al blocco principale, negli emendamenti compaiono due interventi aggiuntivi con portata più limitata.

Il primo riguarda la tempistica: una proposta chiede di posticipare l’entrata in vigore dell’aliquota al 33% dal 2026 al 2027, mantenendo per un altro anno l’attuale 26%. Non modifica l’impianto fiscale, ma solo la decorrenza.

Il secondo riguarda la governance: un emendamento ad integrare le indicazioni per l’istituzione del Tavolo permanente sulla fiscalità e sui rischi delle cripto-attività, già introdotto in bozza, ampliandone la composizione con ulteriori rappresentanti istituzionali e rafforzandone il ruolo di coordinamento tecnico.

Come leggere il quadro attuale e prepararsi ai prossimi passaggi

L’emendamento Pellegrino–Gelmetti è stato ufficialmente segnalato per l’esame in Commissione: sarà discusso e oggi rappresenta la base più solida per riportare l’aliquota al 26% e introdurre correttivi strutturali. Non sappiamo ancora quale sarà il testo definitivo della Legge di Bilancio, ma rispetto allo scenario di ottobre il dibattito si sta spostando verso un assetto più coerente con quello previsto per gli altri strumenti finanziari, come ci eravamo tutti augurati.

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