Fiscalità
11/02/2025
Pagare le tasse sulle crypto è inevitabile, ma esiste un modo per farlo in maniera più vantaggiosa. In Italia, chi detiene cripto-attività si trova di fronte a due opzioni fiscali distinte: l’Imposta di Bollo, applicata automaticamente dagli exchange italiani registrati come sostituti d'imposta, e l’Imposta sul Valore delle Cripto-attività (IC), che riguarda gli altri exchange e wallet privati e richiede una dichiarazione autonoma.
Non si tratta di una semplice formalità burocratica: scegliere l'imposta giusta può influire in modo significativo sul tuo carico fiscale. In questa guida analizzeremo le principali differenze e le strategie per ottimizzare la tassazione sulle crypto
Con la Legge Crypto, gli obblighi fiscali per chi detiene cripto-attività sono stati chiariti in modo definitivo. Ogni contribuente deve rispettare due categorie di obblighi per essere in regola con il Fisco:
Obblighi dichiarativi → qualsiasi importo in cripto-attività deve essere dichiarato nel quadro RW/W, anche se si tratta di pochi euro; è obbligatorio indicare tutti i wallet, exchange e conti utilizzati
Obblighi impositivi → l'Imposta di Bollo o l'IC vanno versate in base a dove sono custodite le crypto; se si trovano su un exchange italiano che funge da sostituto d'imposta, viene applicata l'Imposta di Bollo; se invece sono conservate in un wallet privato o su un exchange estero, sarà necessario dichiararle e pagare l'IC autonomamente
In aggiunta, chi realizza plusvalenze deve dichiararle nel quadro RT/T e versare l’imposta sostitutiva del 26% sul totale imponibile. Puoi consultare questo articolo per una guida approfondita su come compilare il quadro RT.
Tuttavia, il fatto che un intermediario operi come sostituto d’imposta non significa che le crypto possano automaticamente rientrare nel regime amministrato. Vediamo perché ad oggi non è possibile.
A differenza di banche e broker regolamentati nella finanza tradizionale (TradFi), gli exchange di criptovalute non possono trattenere automaticamente le imposte sulle plusvalenze.
Il motivo è semplice: un exchange può conoscere il saldo delle crypto detenute dagli utenti, ma non sempre il loro prezzo di acquisto, soprattutto se gli asset sono stati depositati da un wallet esterno o trasferiti da un altro exchange. Senza questa informazione, è impossibile calcolare correttamente l’imposta sulle plusvalenze.
Dopo questo doveroso chiarimento, vediamo nel dettaglio le differenze tra Imposta di Bollo e IC.
Entrambe le imposte hanno un'aliquota dello 0,2% sul valore delle cripto-attività al 31 dicembre, ma si applicano in modo diverso:
l'Imposta di Bollo viene calcolata sul saldo totale detenuto su un exchange italiano al 31 dicembre e prelevata automaticamente;
l'IC, invece, si applica alle crypto detenute su wallet privati o altri exchange, viene calcolata in proporzione ai giorni di possesso e deve essere dichiarata nel quadro RW.
Un aspetto chiave è la soglia minima: l’IC non è dovuta se l’importo calcolato è inferiore a 12 euro; mentre l’Imposta di Bollo si paga sempre, senza alcuna esenzione e con un valore minimo pari a 1€.
La tabella seguente riepiloga le principali differenze:
👉 Vuoi approfondire come si calcola e paga l’IC? Leggi la nostra guida completa.
La scelta tra Imposta di Bollo e IC dipende da quindi dove vengono detenute le crypto e dal grado di autonomia fiscale che si vuole mantenere. Analizziamo due scenari tipici per capire quale opzione possa risultare più vantaggiosa a seconda della propria operatività.
Chi detiene le proprie crypto su un exchange italiano registrato che opera come sostituto d'imposta paga automaticamente l'Imposta di Bollo. Intermediari noti come Kraken, Binance e Young Platform rientrano in questa categoria.
A chi ha un’operatività semplice e a bassa frequenza e preferisce evitare il calcolo manuale delle imposte. In questo caso, l’Imposta di Bollo viene applicata con un’aliquota dello 0,2% sull’intero saldo al 31 dicembre, indipendentemente dalla data di acquisto. Il quadro RW va comunque compilato, ma senza versare ulteriori imposte.
Se l’obiettivo è semplificare la gestione fiscale e si effettuano pochi movimenti tra exchange e wallet privati, l’Imposta di Bollo rappresenta una soluzione automatica e senza margine di errore.
Chi detiene crypto in un wallet privato o su altri exchange (es: Coinbase, Bybit) non è soggetto all'Imposta di Bollo, ma deve dichiararle autonomamente e versare l'IC.
A chi sposta frequentemente asset tra wallet o detiene crypto solo per una parte dell’anno. In questo caso, l’IC viene calcolata con un’aliquota dello 0,2% sul valore delle crypto, ma in proporzione ai giorni di possesso. La dichiarazione è obbligatoria nel quadro RW e l’imposta va versata tramite il modello F24.
Se si movimentano spesso asset o si detengono crypto solo per alcuni periodi dell’anno, l’IC può risultare più conveniente rispetto all’Imposta di Bollo, permettendo di ridurre l’imposizione fiscale.
Rischio di doppia imposizione
Spostare crypto su un exchange italiano poco prima del 31 dicembre può far scattare automaticamente l’Imposta di Bollo, anche se gli asset sono stati detenuti lì solo per pochi giorni. Se solo una parte del capitale viene trasferita, si rischia di pagare sia l’IC che l’Imposta di Bollo su asset diversi, aumentando inutilmente la tassazione.
Mancata dichiarazione dei wallet privati
Anche se le crypto sono detenute in un wallet non custodial, devono comunque essere dichiarate nel quadro RW. Dimenticare di farlo può portare a sanzioni, indipendentemente dal fatto che siano state movimentate o meno.
Errore nel calcolo delle plusvalenze
Molti contribuenti non tengono traccia del prezzo di acquisto delle crypto, rendendo difficile il calcolo corretto delle plusvalenze. Senza una documentazione chiara, si rischia di pagare più tasse del dovuto o di incorrere in problemi con il Fisco.
Confusione tra IC e Imposta di Bollo
Non tutti gli exchange operano come sostituti d’imposta. Supporre che un intermediario italiano gestisca automaticamente tutte le imposte può portare a omissioni fiscali. È fondamentale verificare il regime fiscale applicato e pianificare di conseguenza.
La decisione tra Imposta di Bollo e IC dipende da come gestisci le tue crypto e dalla tua propensione a occuparsi in autonomia degli adempimenti fiscali. Se vuoi un sistema automatico che preleva l'imposta senza bisogno di calcoli, allora l'Imposta di Bollo è la scelta più semplice. Se invece preferisci ottimizzare la tassazione e hai dimestichezza con la dichiarazione fiscale, l'IC potrebbe risultare più conveniente.
Indipendentemente dalla scelta, è fondamentale avere il pieno controllo della propria situazione fiscale per evitare errori e sanzioni. E qui entra in gioco CryptoBooks: con un sistema automatizzato che raccoglie i tuoi dati dai principali exchange e wallet, ti permette di calcolare con precisione le imposte dovute e generare dichiarativi pre-compilati e report fiscali necessari per dichiarare correttamente i tuoi asset crypto.
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