Fiscalità
02/02/2024
Se nel 2024 hai detenuto criptovalute o hai realizzato guadagni da operazioni crypto, il 2025 è un anno cruciale. La dichiarazione dei redditi di quest’anno — relativa al periodo d’imposta 2024 — porta con sé regole aggiornate, nuove modalità di compilazione e, soprattutto, scadenze da non dimenticare. Anche se possiedi solo una piccola somma in crypto, sei tenuto a dichiararla. Non è più una questione opzionale o interpretabile: oggi la normativa è chiara e serve agire con precisione.
Con questa guida aggiornata ti accompagno passo passo tra gli obblighi, le scadenze reali e i rischi di chi dimentica (o sottovaluta) la parte fiscale delle crypto. E se ti stai chiedendo se basti compilare solo il quadro RW, o se devi anche pagare un’imposta sul valore detenuto a fine anno, sei nel posto giusto.
Hai bisogno di una mano per i singoli quadri? Leggi le nostre guide pratiche:
Sì. Dal 2023, grazie alla legge 197/2022, ogni cripto-attività deve essere dichiarata nella tua dichiarazione dei redditi. Non servono più soglie minime o volumi rilevanti: anche con un solo euro in portafoglio, scatta l’obbligo dichiarativo. Per farlo correttamente, devi compilare il quadro RW se utilizzi il Modello Redditi Persone Fisiche, oppure il quadro W se presenti il Modello 730. I due quadri svolgono la stessa funzione: monitorare il valore delle tue crypto, rigo per rigo, al 31 dicembre. Su quel valore si calcola anche l’imposta patrimoniale dello 0,2%, nota come Imposta sul Valore delle Cripto-Attività (IC).
Se nel 2024 hai venduto crypto con profitto, effettuato scambi rilevanti o cash-out in fiat, devi anche calcolare, dichiarare ed eventualmente versare l'imposta sostitutiva sulle plusvalenze ottenute. In questo caso, lo spazio dedicato è diverso: nel Modello Redditi PF userai il quadro RT, mentre nel 730 troverai per la prima volta il nuovo quadro T, pensato proprio per queste operazioni. Ricorda che l'anno fiscale 2024 è l'ultimo nel quale puoi sfruttare la soglia dei 2.000€: infatti dovrai versare l'imposta sostitutiva applicando l'aliquota al 26% soltanto se dal calcolo le tue plusvalenze totali ammontano a più di 2.000€.
Qui è facile sbagliare, ma altrettanto facile mettere le cose in ordine se sai cosa aspettarti. Anche se i modelli hanno scadenze diverse per l’invio, c’è una data che viene prima di tutto: il 30 giugno 2025. È il giorno entro cui dovrai versare due tipi di imposte con il Modello F24: l’IC, ovvero l’imposta sul valore delle cripto-attività che possedevi al 31 dicembre 2024, e l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze realizzate.
Attenzione: l’IC è dovuta solo quando supera i 12 euro, quindi se possiedi pochi asset o li hai movimentati molto tardi nell’anno potresti anche non doverla pagare. Ma resta il fatto che devi comunque calcolarla — e per farlo correttamente, devi aver compilato prima il quadro RW (se usi il Modello Redditi PF) o il quadro W (se compili il 730). Di conseguenza, non puoi permetterti di aspettare settembre o ottobre per farli. Se vuoi evitare sanzioni, puoi considerare giugno come la scadenza vera e operativa.
Nel dettaglio:
Il Modello 730/2025, che include il quadro W e il nuovo quadro T, lo potrai inviare entro il 30 settembre.
Il Modello Redditi Persone Fisiche, che contiene RW e RT, ha invece scadenza il 31 ottobre.
Ma queste sono le scadenze per l’invio. Se vuoi essere fiscalmente a posto, ti conviene aver chiuso tutto entro fine giugno: è lì che si pagano le imposte vere. E oltre al saldo per il 2024, dovrai versare anche gli acconti per il 2025, se ne hai maturati.
Saltare la dichiarazione delle cripto-attività non è più una leggerezza: è un errore che può costare caro. L’Agenzia delle Entrate lo ha messo nero su bianco: se non compili il quadro RW o il quadro W, rischi una sanzione che va dal 3% al 15% del controvalore delle attività non dichiarate. Non importa dove siano custodite — wallet esterni, exchange centralizzati o protocolli DeFi — il principio è sempre lo stesso: se le possiedi, vanno dichiarate.
Ecco le sanzioni aggiornate al 2025:
Quadro RW o W non compilato (monitoraggio crypto)
Sanzione: dal 3% al 15% annuo sul controvalore non dichiarato.
Se le crypto sono in paesi black list: la sanzione sale dal 6% al 30%
Omesso versamento dell’IC (Imposta sul Valore delle Cripto-attività)
Sanzione: 25% (30% per i versamenti omessi prima del 1° settembre 2024) + interessi
Errato o mancato versamento dell’imposta sulle plusvalenze
Stessa identica logica: 25% (30% per i versamenti omessi prima del 1° settembre 2024) + interessi
Omessa presentazione della dichiarazione (730 o PF)
Sanzione fissa da 250€ a 1.000€
Se trasmessa entro 90 giorni, sanzione ridotta a 258€
La buona notizia è che puoi rimediare anche per mancata dichiarazione o errori commessi negli anni passati. Il ravvedimento operoso ti consente infatti di metterti in regola o correggere il tiro con sanzioni ridotte, a patto che tu lo faccia prima di ricevere comunicazioni formali dall’Agenzia. Più agisci in fretta una volta bucata la scadenza, più potrai beneficiare di sanzioni minori. Dopo 90 giorni dalla scadenza però, gli sconti iniziano a ridursi sensibilmente. E se lasci passare più di due anni, torni a pagare il massimo.
Fare tutto a mano è possibile, sì. Ma anche terribilmente rischioso. Serve ricostruire ogni singola operazione crypto del 2024, convertire i valori in euro con i cambi ufficiali, aggregare staking, farming, lending, future, NFT, e poi compilare correttamente i quadri RW, RT, W e T in base al modello che usi. Basta un errore nella data o nel prezzo per compromettere tutto - e con la tracciabilità attuale, il Fisco ha molti strumenti per accorgersene.
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