Fiscalità
06/09/2024
Il monitoraggio fiscale delle criptovalute, o "crypto", è diventato uno dei temi centrali per i possessori di valute digitali in Italia. Le recenti modifiche legislative, introdotte con la Legge 197/2022 e chiarite dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate del 27 ottobre 2023, hanno cambiato profondamente il modo in cui i contribuenti devono gestire e dichiarare i propri asset digitali.
In questo articolo analizzeremo le principali novità sul monitoraggio fiscale crypto e le regole da seguire per evitare sanzioni, includendo i quadri RW e RT della dichiarazione dei redditi e l’introduzione dell’imposta di bollo sulle criptovalute. Segui le nostre indicazioni per essere sempre in regola con il monitoraggio fiscale delle criptovalute!
Il monitoraggio fiscale è un insieme di regole e procedure che impongono ai contribuenti di dichiarare al fisco i beni e le attività finanziarie detenuti sia in Italia che all'estero. L'obiettivo è garantire che tutte le entrate, i redditi e le attività siano tracciate, consentendo al governo di prevenire evasione fiscale e frodi.
Inoltre, il monitoraggio fiscale rientra tra gli strumenti attuati dal Governo, dalla magistratura e dagli organi di polizia per contrastare il fenomeno del riciclaggio di denaro "sporco". Come forse sai, il mondo delle criptovalute e della blockchain si presta e si è sin dalle sue origini fortemente prestato a favorire transazioni illecite di denaro da fonti illegali: per questo motivo la legge è divenuta sempre più stringente nei confronti degli obblighi dichiarativi delle crypto.
Se ci pensi, un sistema più trasparente non solo favorisce il contrasto alla criminalità, ma anche la sicurezza dei nostri investimenti in crypto: per questo dobbiamo vedere a questi doveri di monitoraggio fiscale come a qualcosa che in realtà avvantaggia tutti i cittadini onesti.
Con l’introduzione della Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022), detta anche "Legge Crypto 2023" e su cui abbiamo scritto un articolo, l’Italia ha apportato importanti modifiche alla regolamentazione fiscale delle criptovalute. Da gennaio 2023, infatti, anche un singolo euro detenuto in cripto-attività deve essere dichiarato all'interno del quadro RW della dichiarazione dei redditi (modello Redditi PF); in caso di dichiarazione tramite 730, il quadro si chiama "W". Quest'obbligo rappresenta un passo decisivo verso un controllo sempre più rigido sul monitoraggio fiscale delle criptovalute, volto a prevenire fenomeni di evasione fiscale e frodi.
Secondo la normativa attuale, tutti coloro che possiedono criptovalute devono dichiararle, indipendentemente dal loro valore, anche se si tratta di un singolo euro. Questa disposizione è stata confermata e chiarita dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate del 27 ottobre 2023, che ha stabilito che il possesso di cripto-attività va inserito nel quadro RW (o W) a prescindere dalla soglia minima.
Il quadro RW della dichiarazione dei redditi è lo strumento fondamentale per il monitoraggio fiscale delle criptovalute. Qui i contribuenti devono riportare il valore complessivo delle criptovalute detenute al 31 dicembre di ogni anno, calcolato in euro. Questo quadro è pensato per garantire trasparenza e prevenire il riciclaggio e l’evasione fiscale.
Nel quadro RW, va inserito il controvalore delle criptovalute, senza considerare eventuali soglie minime. A differenza del passato, non è più rilevante se la somma delle criptovalute supera i 15.000 o i 5.000 euro: ogni cripto-attività va dichiarata. Questo cambiamento rende il monitoraggio fiscale delle criptovalute molto più stringente rispetto agli anni precedenti.
Il quadro RW fa parte del Modello Redditi Persone Fisiche. Per chi volesse ottemperare all'obbligo di monitoraggio fiscale ma procede con la dichiarazione dei redditi mediante modello 730, all'interno di quest'ultimo vi è uno specifico quadro W. Il quadro W ed il quadro RW sono pressoché identici: la stessa Agenzia delle Entrate, infatti, ha specificato che per il quadro W valgono le stesse indicazioni alla compilazione fornite per il quadro RW.
La corretta dichiarazione delle criptovalute passa attraverso due quadri del modello Redditi: RW e RT. Entrambi sono cruciali per rispettare la normativa sul monitoraggio fiscale crypto.
Quadro RW: deve contenere il valore complessivo delle criptovalute detenute al 31 dicembre dell'anno precedente. Il codice da inserire è "14", relativo a "altre attività estere di natura finanziaria e valute virtuali". La colonna relativa al Paese estero deve essere lasciata vuota. In questo articolo ti spieghiamo come come compilare correttamente il quadro RW della dichiarazione dei redditi.
Quadro RT: in questo quadro, vengono dichiarate le plusvalenze e minusvalenze derivanti dalle operazioni con criptovalute. Le operazioni che generano guadagni (plusvalenze) sono soggette a una tassazione del 26%. Questo dato va riportato nel quadro RT e il pagamento avviene tramite modello F24, con il codice tributo "1100".
Un’altra importante novità è l’introduzione dell’imposta di bollo per le criptovalute. A partire dal 2023, oltre alla tassazione sulle plusvalenze, è prevista un’imposta pari al 2 per mille sul valore delle crypto detenute, da pagare entro il 30 giugno (quest'anno però la scadenza è il 1° luglio 2024). Questo importo viene calcolato sul valore al 31 dicembre dell'anno precedente e rappresenta un ulteriore passo verso un monitoraggio fiscale crypto sempre più rigoroso.
La mancata dichiarazione delle criptovalute o un errore nella compilazione del quadro RW (o quadro W del 730) comportano pesanti sanzioni. Chi non dichiara correttamente le proprie cripto-attività rischia multe che variano dal 3% al 15% del valore delle criptovalute non dichiarate. Tuttavia, se la dichiarazione viene effettuata entro 90 giorni dalla scadenza, la sanzione può essere ridotta a un importo fisso di 258 euro.
Anche successivamente, poi, le sanzioni possono essere considerevolmente ridotte avvalendosi di strumenti quali il ravvedimento operoso.
Il monitoraggio fiscale criptovalute è una componente cruciale per evitare di incorrere in problemi con il fisco italiano. Ignorare le normative può comportare non solo sanzioni economiche, ma anche verifiche fiscali più approfondite.
Il calcolo del valore delle criptovalute ai fini del monitoraggio fiscale crypto può essere complesso, soprattutto se si detengono valute digitali su più piattaforme. È fondamentale determinare il controvalore in euro delle proprie cripto-attività al 31 dicembre di ogni anno e riportarlo nel quadro RW.
Per facilitare questo processo, molti investitori si affidano a crypto tax software, strumenti che permettono di automatizzare il calcolo e la dichiarazione del portafoglio crypto. Questi software possono connettersi a piattaforme di scambio e wallet digitali, generando un report dettagliato delle transazioni e del valore delle criptovalute detenute.
Uno dei migliori strumenti in questo ambito è CryptoBooks, che fornisce un’analisi accurata del portafoglio e aiuta a evitare errori nella dichiarazione, garantendo una corretta compilazione dei modelli RW e RT.
Il monitoraggio fiscale delle criptovalute è diventato essenziale per chi investe in valute digitali. La Legge 197/2022 e la circolare dell'Agenzia delle Entrate del 2023 hanno reso obbligatoria la dichiarazione di tutte le cripto-attività, anche per valori minimi. Questa maggiore trasparenza fiscale permette di prevenire frodi ed evasione, ma comporta anche nuove responsabilità per i contribuenti.
Per evitare sanzioni e problemi con il fisco, è fondamentale seguire le regole imposte dal monitoraggio fiscale crypto e dichiarare correttamente il proprio portafoglio. L’utilizzo di software dedicati come CryptoBooks (qui puoi provarlo gratuitamente per 7 giorni!) può semplificare notevolmente questo compito, aiutando a rispettare tutte le scadenze fiscali.
Restare in regola con il monitoraggio fiscale criptovalute significa poter continuare a investire serenamente, evitando spiacevoli conseguenze economiche e legali.
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