Fiscalità
26/09/2024
Negli ultimi anni, le criptovalute sono diventate un argomento centrale nel panorama finanziario globale e in Italia non è da meno. Con l'aumento dell'interesse e delle transazioni in criptovalute, anche l'Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli per assicurarsi che i contribuenti siano in regola con la dichiarazione dei loro investimenti.
Ignorare o omettere le operazioni legate alle criptovalute nella propria dichiarazione dei redditi può comportare pesanti sanzioni.
In questo articolo vedremo come essere in regola con il Fisco e come affrontare al meglio la dichiarazione delle criptovalute, evitando così il rischio di accertamenti fiscali.
Dal 2022, l'Organismo Agenti e Mediatori (OAM) ha assunto un ruolo chiave nel monitoraggio delle transazioni in criptovalute in Italia. Gli intermediari, infatti, sono obbligati a registrarsi presso l'OAM e a comunicare le informazioni relative alle operazioni degli utenti italiani.
Ciò significa che l’Agenzia delle Entrate ha accesso ai dati delle transazioni effettuate tramite exchange riconosciuti, come il volume degli scambi e i wallet utilizzati dagli utenti. Ne consegue che è sempre più difficile evitare di dichiarare le proprie transazioni in criptovalute senza che ciò venga notato dalle autorità fiscali.
Pertanto, anche se le criptovalute non sono tracciate nello stesso modo dei conti bancari tradizionali, ignorare l'obbligo di dichiararle comporta un rischio significativo. È fondamentale essere trasparenti con il Fisco e dichiarare correttamente le proprie transazioni.
Chi non ha dichiarato le proprie operazioni in criptovaluta in passato, può regolarizzare la propria posizione fiscale tramite il ravvedimento operoso. Si tratta di uno strumento previsto dall’Agenzia delle Entrate che permette ai contribuenti di mettersi in regola spontaneamente, pagando una sanzione ridotta.
Il ravvedimento operoso è vantaggioso perché consente di regolarizzare spontaneamente errori o omissioni, riducendo le sanzioni e evitando potenziali sanzioni aggiuntive. Tuttavia, è importante agire tempestivamente: più tempo passa, più le sanzioni aumentano. Il ravvedimento può essere richiesto fino a un massimo di cinque anni dall’anno in cui non sono state dichiarate le criptovalute.
Per regolarizzare la tua posizione fiscale e ridurre il rischio di problemi futuri, è importante seguire alcuni passaggi chiave:
ricalcolo delle imposte: verifica e ricalcola le imposte dovute sulle plusvalenze derivanti da cripto-attività per gli anni precedenti;
pagamento di sanzioni e interessi: procedi con il pagamento delle sanzioni e degli interessi applicabili, calcolati in base al ritardo accumulato nella dichiarazione.
Questo processo è essenziale per evitare problematiche future e garantire una posizione in regola in caso di accertamenti fiscali.
Certo, il ravvedimento operoso è un’ancora di salvezza, ma occorre agire il prima possibile per non dover pagare multe ancora più salate. Infatti, il ravvedimento funziona a scaglioni. Ergo: più il tempo passa e maggiore sarà la sanzione da pagare!
In base al decreto legislativo n. 158/2015 per ritardi entro i 90 giorni, la sanzione base prevista per omesso o insufficiente versamento dell'imposta passa dal 30% al 15%, e viene addirittura ridotta di 1/15 al giorno fino al quindicesimo giorno. In modo schematico:
per ritardi fino a 14 gg: sanzione del 15% ridotta a 1/15 per giorno (ovvero, 1% al giorno);
per ritardi tra 15 e 90 gg: sanzione dimezzata, ovvero pari al 15% dell’imposta dovuta;
per ritardi superiori a 90 gg: sanzione ordinaria del 30% dell’imposta dovuta.
Facciamo un piccolo esempio per capire meglio: se la dichiarazione avviene, per esempio, entro 30 giorni dall’originaria data di scadenza del pagamento del tributo, la sanzione ridotta da versare in sede di ravvedimento sarà pari all’1,5% dell’imposta dovuta (1/10 del 15%).
A queste sanzioni così ridotte si applica poi ulteriormente l’istituto del ravvedimento operoso, che prevede le seguenti riduzioni modulate in base ai tempi del ritardo.
Vediamo subito i vari casi!
Ravvedimento "breve" (1-30 giorni): riduzione di 1/10 della sanzione.
Ravvedimento "intermedio" (31-90 giorni): riduzione di 1/9.
Ravvedimento "lungo" (entro 1 anno): riduzione di 1/8.
Ravvedimento "biennale" (entro 2 anni): riduzione di 1/7.
Ravvedimento "lunghissimo" (oltre 2 anni): riduzione di 1/6.
Tuttavia, alla sanzione maggiorata bisogna poi aggiungere anche gli interessi legali, che variano di anno in anno e pesano tantissimo sulle imposte versate in ritardo. Qui sotto trovi uno schema riassuntivo per capire meglio.
Leggi anche l’articolo in cui approfondiamo la mancata dichiarazione delle crypto
Quando si tratta di dichiarare le cripto-attività, è importante avere una documentazione chiara e completa. La dichiarazione delle operazioni in crypto avviene attraverso il Modello Redditi PF (persone fisiche), e le plusvalenze devono essere riportate nel quadro RT. Da quest’anno puoi avvalerti anche del quadro W contenuto nel modello 730 e utilizzare il Redditi Persone Fisiche solo per il quadro RT.
La difficoltà principale risiede nell'essere in grado di dimostrare con precisione i guadagni o le perdite ottenute dalle operazioni.
Alcuni documenti fondamentali includono:
report degli exchange: questi sono resoconti che mostrano tutte le tue transazioni (acquisti, vendite, depositi, prelievi);
resoconto delle plusvalenze o minusvalenze: è essenziale mantenere un calcolo accurato dei guadagni e delle perdite derivanti dalla compravendita di criptovalute, applicando la corretta metodologia di conteggio (LIFO);
wallet non custoditi: se utilizzi wallet privati (non custodial), devi conservare anche qui la cronologia di tutte le transazioni per dimostrare i movimenti dei tuoi asset.
Avere questi documenti ben organizzati non solo facilita la compilazione della dichiarazione, ma è anche essenziale in caso di verifiche fiscali.
Uno degli strumenti più utili per la corretta dichiarazione delle criptovalute in Italia è CryptoBooks, una piattaforma specializzata nella generazione di report fiscali relativi alle transazioni in crypto. CryptoBooks permette di automatizzare gran parte del lavoro di raccolta dati e calcolo delle imposte, fornendo documenti conformi alle normative italiane.
I report forniti da CryptoBooks sono cruciali per presentare una dichiarazione completa e precisa, riducendo al minimo i rischi di errori o sanzioni. Ecco quali sono e le loro utilità:
Report delle giacenze: indica il tuo saldo in criptovalute alla data che preferisci, anno per anno. Fondamentale per compilare correttamente il Quadro RW.
Report delle transazioni: fornisce una cronologia dettagliata di tutte le operazioni effettuate, filtrate per periodi di tempo. Questo report è indispensabile per dimostrare al Fisco la natura delle tue transazioni.
Report dei Capital Gain: calcola automaticamente le plusvalenze o minusvalenze derivanti dalle tue operazioni. Questo report è essenziale per compilare il quadro RT della dichiarazione dei redditi e per determinare l'importo esatto delle imposte dovute.
Report dei redditi: indica i redditi ricevuti in criptovalute, ad esempio da staking o lavori remunerati in crypto. Serve per dichiarare le entrate derivanti da criptovalute, fondamentali per la dichiarazione dei redditi. Dal 2023 i redditi da cripto-attività vanno inseriti nel quadro RT come le plusvalenze.
Report delle commissioni: riassume le commissioni pagate per le transazioni, come quelle degli exchange o delle blockchain. Ti aiuta a tenere traccia delle spese associate alle operazioni crypto.
Nota integrativa: questo report fornisce dettagli sulle metodologie di calcolo utilizzate e altre informazioni quantitative. È cruciale per dimostrare trasparenza in caso di accertamenti fiscali.
Grazie a questi report, puoi semplificare notevolmente il processo di dichiarazione delle criptovalute, assicurandoti di essere in regola con le normative italiane e di evitare eventuali contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Essere pronti in caso di accertamento fiscale significa avere una documentazione chiara e completa a supporto delle tue dichiarazioni. Se il Fisco decide di effettuare un accertamento sulle tue operazioni in criptovalute, è cruciale poter dimostrare:
Il prezzo di carico delle criptovalute: si riferisce al prezzo al quale hai acquistato le criptovalute. In caso di mancata documentazione, l’Agenzia delle Entrate potrebbe considerare il prezzo di carico come pari a zero, il che significa che tutte le plusvalenze verranno tassate come se fossero guadagni puri, con conseguenti maggiori imposte da pagare.
La nota integrativa: si tratta di un documento che dettaglia i criteri e le modalità con cui sono state gestite le operazioni in criptovalute, compresi eventuali scambi tra differenti valute digitali. Questa nota può dimostrare la coerenza e la correttezza delle dichiarazioni.
Cronologia delle transazioni: è indispensabile avere traccia di tutte le operazioni effettuate, inclusi gli scambi, i trasferimenti tra wallet, e i prelievi. Questo aiuta a dimostrare come e quando si sono verificate le plusvalenze o minusvalenze.
Concludendo, la soluzione più efficace per dichiarare correttamente le tue criptovalute è utilizzare i report di CryptoBooks. Questo strumento ti consente di gestire le tue dichiarazioni fiscali in modo sicuro e senza rischi, garantendoti il pieno controllo sulle informazioni che invii al Fisco.
CryptoBooks ti offre la possibilità di testare gratuitamente il servizio per 7 giorni: un'opportunità ideale per assicurarti tranquillità nelle tue relazioni fiscali e non preoccuparti di eventuali errori o omissioni.
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CryptoBooks supporta centinaia di integrazioni, da quelle più diffuse a quelle di nicchia, tramite API o CSV per gli exchange. Puoi anche connettere direttamente chain e wallet. E se non trovi ciò che cerchi, puoi creare integrazioni personalizzate.
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