Fiscalità
02/02/2024
La mancata dichiarazione delle criptovalute comporta conseguenze significative, con sanzioni che possono rivelarsi molto pesanti. Scopri tutto su scadenze, rischi e soluzioni in questo articolo.
Negli ultimi anni, il mercato delle criptovalute ha vissuto una crescita esponenziale, spingendo il legislatore a introdurre nuove regole per consentire ai contribuenti di regolarizzare le proprie posizioni fiscali.
Operare con crypto in anonimato non esime dall’obbligo di dichiarare redditi e plusvalenze al Fisco Italiano. Non rispettare queste normative può portare a sanzioni rilevanti, sia economiche che, in casi gravi, anche penali.
La Legge di Bilancio 2023 ha previsto una procedura straordinaria di emersione per regolarizzare la situazione relativa agli anni dal 2016 al 2021, con scadenza fissata al 30 novembre 2023. Tale procedura richiedeva il pagamento delle sanzioni previste e la presentazione di documentazione probatoria.
In questo articolo, approfondiremo i rischi legati alla mancata dichiarazione delle criptovalute, le sanzioni applicabili e le modalità per dichiararle correttamente, evitando errori e omissioni.
Il Fisco Italiano ha messo in atto una decisa manovra per regolarizzare i redditi derivanti da criptovalute, definendo la tassazione per le plusvalenze e le minusvalenze.
Le plusvalenze sono soggette a tassazione se superano i 2.000 euro annui, mentre le minusvalenze possono essere utilizzate per compensare i guadagni, riducendo l’imponibile. La tassazione delle plusvalenze avviene tramite un’imposta sostitutiva del 26%, mentre l’imposta di bollo annuale è fissata al 2 per mille del valore delle criptovalute.
Inoltre, si è stabilito che l’imposta sostitutiva è del 26% e che l’imposta di bollo annuale è pari al 2 per mille.
La Legge di Bilancio 2023 ha inoltre introdotto un’istanza di emersione per sanare omissioni fiscali relative agli anni dal 2016 al 2021, consentendo ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione tramite documentazione probatoria e il pagamento di sanzioni. Tuttavia, la scadenza per aderire a questa procedura è ormai passata (30 novembre 2023), e i contribuenti devono ora utilizzare altre modalità per mettersi in regola, come il ravvedimento operoso.
La mancata dichiarazione delle criptovalute non è un aspetto da sottovalutare: le Autorità italiane hanno intensificato i controlli e applicano sanzioni severe per garantire la conformità fiscale.
Grazie alla nuova normativa e alla possibilità di sanare il passato, i contribuenti hanno ora regole più chiare per adempiere ai propri obblighi. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha dimostrato di adottare un approccio rigoroso, come dimostra il recente sequestro di oltre 1 milione di euro in Bitcoin a un trader faentino: qui la news integrale.
La mancata dichiarazione delle criptovalute non è più giustificabile, considerando che oggi esistono regole chiare e consolidate, introdotte sia dalla Legge di Bilancio 2023 che dal regolamento MiCA dell’Unione Europea. Quest’ultimo ha fornito un quadro generale nel quale la normativa italiana si inserisce in modo coerente.
Essendo dei beni veri e propri, tutte le persone fisiche dovrebbero inserire criptovalute e cripto-attività (questa la denominazione ufficiale data dalla legge italiana) nella propria dichiarazione dei redditi, specificatamente all’interno dei quadri RT e RW.
Quadro RW: dedicato al monitoraggio fiscale di tutte le cripto-attività detenute, indipendentemente dalla loro origine o dal Paese in cui sono conservate.
Quadro RT: destinato alle plusvalenze derivanti da operazioni di trading, con tassazione al 26% tramite imposta sostitutiva.
Nel quadro RW devono essere riportate informazioni precise come:
• il codice identificativo dell’attività finanziaria;
• la quota di possesso;
• il valore iniziale e finale in euro delle cripto-attività;
• l’eventuale applicazione dell’IC (Imposta sul Valore delle Cripto-Attività).
La mancata o errata compilazione di questo quadro può comportare sanzioni fiscali rilevanti, pertanto è fondamentale prestare massima attenzione ai dettagli richiesti.
Il quadro RT è dedicato ai redditi diversi, come quelli derivanti dalla cessione di criptovalute. I contribuenti devono specificare:
• il totale delle criptovalute vendute durante l’anno fiscale.
• il tasso di cambio al momento della vendita.
• eventuali minusvalenze che possono essere utilizzate per ridurre l’imponibile.
Inoltre, è necessario calcolare il valore delle transazioni seguendo il metodo LIFO (Last In, First Out), che considera come cedute per prime le cripto acquistate più recentemente.
Nel caso di plusvalenza tassata del 26%, il pagamento delle imposte deve avvenire entro il 30 giugno dell’anno di presentazione. Tuttavia ci sono molte più scadenze di cui tenere conto, te ne parlo in questo articolo.
Nella compilazione dell’F24, bisogna inserire il Codice tributo 1100, che indica l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze. Puoi consultare qui una guida ai corretti codici tributo.
In passato, le criptovalute erano equiparate alle valute estere dall’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, a partire dal 2023, la normativa italiana ha introdotto una categoria specifica: le cripto-attività. Di conseguenza, non dichiarare redditi o guadagni derivanti dalla loro gestione nella dichiarazione dei redditi comporta sanzioni significative, soprattutto in caso di omissioni o irregolarità.
Le multe variano in base all’entità dell’omissione:
• dal 3% al 15% del valore delle criptovalute non dichiarate per ogni anno fiscale;
• fino al 30% del valore, se le criptovalute sono detenute in un portafoglio situato in un Paese inserito nella black list fiscale.
In casi gravi, l’omissione può sfociare nel penale, con:
• ammende fino a 50.000 euro;
• rischio di reclusione, in particolare per violazioni associate a frodi o occultamento intenzionale.
La situazione si complica se il portafoglio digitale di criptovalute ha sede in un Paese inserito all’interno della black list, in quanto la multa può lievitare fino al 30%, arrivando persino alla reclusione e a un’ammenda di 50.000 euro. Questi casi sfociano, infatti, nel penale e le sanzioni, come vedi, sono davvero salatissime!
Le criptovalute, acquistate e vendute rapidamente tramite app, piattaforme web o strumenti del Web3, rendono complessa la gestione fiscale per molti contribuenti. Per facilitare la compilazione annuale della dichiarazione dei redditi, è essenziale tenere traccia di tutte le transazioni effettuate.
In questo modo sarà possibile controllare plusvalenze e minusvalenze, verificare tutte le operazioni e individuare con facilità quelle sospette. Un software come CryptoBooks è esattamente quello che serve per non cascare in una mancata dichiarazione crypto.
CryptoBooks è uno dei migliori software di reportistica fiscale crypto, in grado di calcolare esattamente l’ammontare di criptovalute posseduto di anno in anno ed elaborare i vari report utili come quello sulle plusvalenze o minusvalenze, sui redditi diversi da crypto, e così via. Con CryptoBooks potrai compilare in scioltezza la dichiarazione dei redditi, senza incappare in errori che possono condurti a conseguenze molto gravi, come abbiamo appena visto.
Le regole fiscali possono infatti essere impegnative da seguire e interpretare per coloro che sono alle prime armi, con i controlli che sono notevolmente aumentati negli ultimi anni e le sanzioni che si sono fatte aspre per i trasgressori. Diventa fondamentale affidarsi ad un software che possa applicare tali regole correttamente, calcolando le cifre esatte da inserire!
Se hai omesso di dichiarare le tue criptovalute negli anni passati, ricorda che la Legge di Bilancio 2023 ha offerto la possibilità di sanare le omissioni relative al periodo 2016-2021 tramite l’istanza di emersione. Sebbene questa procedura straordinaria non sia più disponibile, regolarizzare la propria posizione è sempre possibile con strumenti adeguati e una consulenza fiscale specializzata.
Come avrai capito , la mancata dichiarazione delle criptovalute è una questione seria, ma altrettanto rischiosa può essere una dichiarazione errata, ad esempio riportando un controvalore sbagliato o calcolando in modo impreciso le plusvalenze. La difficoltà aumenta se si considerano le diverse modalità di acquisizione: acquistare criptovalute è diverso dal riceverle in regalo, minarle o ottenerle tramite staking. Ogni caso ha le sue implicazioni fiscali, e ricostruire manualmente la cronologia delle operazioni diventa praticamente impossibile.
La soluzione più pratica per evitare errori e semplificare il processo è affidarsi a uno strumento dedicato come CryptoBooks. Questo software ti permette di collegare tutte le piattaforme che utilizzi, ricostruendo automaticamente il tuo portafoglio e calcolando in modo preciso i dati richiesti dalla normativa. Anche se alcune informazioni fossero incomplete, puoi facilmente aggiungerle manualmente, senza perdere tempo prezioso.
Grazie a report dettagliati e accurati, CryptoBooks ti consente di compilare la dichiarazione dei redditi con sicurezza e tranquillità, evitando errori che potrebbero portare a sanzioni significative. Non solo risparmierai ore di lavoro, ma anche costi elevati che un commercialista ti potrebbe richiedere per lo stesso tipo di analisi.
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