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26/09/2024

Derivati Crypto e Tasse: come funziona davvero la fiscalità su futures e perpetuals

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Derivati Crypto e Tasse: come funziona davvero la fiscalità su futures e perpetuals

La tassazione dei derivati finanziari con sottostante cripto-attività è un tema centrale per chi opera nei mercati crypto, soprattutto dopo le importanti novità introdotte a partire dal 2023. Sebbene la normativa italiana si sia concentrata principalmente sulla definizione e sul trattamento fiscale delle cripto-attività, strumenti come futures e perpetuals sono rimasti al di fuori di questo nuovo inquadramento normativo.

Strumenti come i futures e i perpetuals non sono stati inclusi nel regime fiscale dedicato alle cripto-attività, ma seguono regole diverse, che è importante conoscere. In questo articolo ti spiegherò come vengono tassati oggi i derivati crypto, come dichiarare correttamente eventuali guadagni o perdite, e perché è essenziale non fare confusione tra questi strumenti e l’acquisto diretto di criptovalute.

La tassazione degli strumenti finanziari derivati con sottostante crypto

Prima di entrare nel dettaglio fiscale, facciamo chiarezza su cosa sono questi strumenti. I derivati finanziari sono contratti il cui valore dipende da un’attività sottostante - nel nostro caso, una criptovaluta. Tra i derivati crypto più comuni ci sono i futures e i perpetual contracts, che ti permettono di prendere posizione sul prezzo di un asset digitale senza doverlo possedere direttamente.

Nel 2025, l’utilizzo di questi strumenti è sempre più diffuso anche da operatori retail, soprattutto per via della leva e delle opportunità speculative che offrono in mercati ad alta volatilità.

I futures crypto

I futures sono contratti derivati in cui due parti si accordano per comprare o vendere una certa quantità di criptovaluta a un prezzo definito oggi, ma con liquidazione in una data futura prestabilita. È proprio questa scadenza fissa a differenziare i futures da altri strumenti derivati. Alla scadenza del contratto, la posizione viene automaticamente chiusa e il contratto viene regolato.

Tipi di regolazione

  • Regolazione fisica: prevede la consegna effettiva del sottostante alla scadenza

  • Regolazione finanziaria: viene regolata solo la differenza tra il prezzo del contratto e quello di mercato, senza consegna dell’asset

A cosa servono

Puoi usare i futures per coprire il rischio (hedging) se hai già esposizione al mercato spot, oppure per speculare al rialzo o al ribasso. Sono strumenti flessibili, ma richiedono attenzione alla leva.

Leva finanziaria

Con i futures puoi utilizzare la leva finanziaria, cioè aprire una posizione il cui valore nominale è superiore al capitale effettivamente depositato come margine. Ad esempio, con una leva 10x, ti basta bloccare 1.000 € per prendere posizione su un contratto da 10.000€. Questo ti permette di amplificare l’esposizione al mercato, ma comporta anche un rischio proporzionalmente più alto: se il mercato si muove contro la tua posizione oltre una certa soglia, il tuo margine può essere azzerato rapidamente, e la piattaforma liquiderà forzatamente la posizione per evitare perdite ulteriori.

I perpetuals crypto

I perpetual contracts, o perpetuals, sono derivati molto simili ai futures, con una differenza cruciale: non hanno una data di scadenza. Puoi quindi mantenere una posizione aperta per un tempo indefinito, finché decidi di chiuderla manualmente o finché il tuo margine risulta insufficiente e vieni liquidato.

Questa struttura rende i perpetuals strumenti estremamente flessibili per chi fa trading attivo su orizzonti temporali variabili, dalla scalping intraday fino al medio periodo.

Meccanismo del funding rate

Per mantenere il prezzo del perpetual il più possibile vicino al prezzo spot del sottostante, gli exchange applicano un meccanismo chiamato funding rate: un tasso periodico che viene scambiato tra chi è long e chi è short sul contratto.

  • se il funding rate è positivo, pagano i long e ricevono gli short;

  • se è negativo, il flusso si inverte: pagano gli short, ricevono i long.

Il funding viene calcolato ed erogato generalmente ogni 8 ore (ma la frequenza può variare da piattaforma a piattaforma). Questo sistema incentiva i trader a riportare il prezzo del contratto in linea con il mercato spot, riducendo le distorsioni dovute a squilibri tra domanda long e short.

Per chi adotta strategie di hedging delta-neutral, ad esempio coprendo una posizione spot long con uno short su perpetual, il funding può rappresentare una componente di rendimento interessante: in molti mercati, il funding tende storicamente a premiare chi è short, creando una sorta di APY implicito per chi mantiene lo short su orizzonti medio-lunghi. Ovviamente, questo rendimento va bilanciato con il rischio di liquidazione e l’effetto di movimenti estremi nel mercato spot.

Elevata leva finanziaria

I perpetuals offrono la possibilità di operare con leve molto spinte, spesso superiori a 50x o 100x. Questo significa che con 1.000 € di margine puoi teoricamente aprire una posizione da 100.000€. È un vantaggio enorme in termini di efficienza del capitale, ma comporta anche margini di sicurezza estremamente sottili: una variazione contraria dell’1% può essere sufficiente a liquidarti se non hai impostato protezioni adeguate.

Se scegli di utilizzare la leva su perpetuals, devi sapere esattamente quanto margine hai disponibile, qual è il prezzo di liquidazione, e impostare ordini di stop-loss efficaci. La gestione del rischio non è un optional: è la base per evitare perdite disastrose.

Rischi associati

L’assenza di una scadenza e la presenza di leva alta rendono i perpetuals strumenti ad altissima volatilità operativa. Un funding rate sfavorevole, una spike di mercato imprevista o semplicemente un errore di posizionamento possono portare a liquidazioni istantanee, specialmente se operi con leve aggressive.

Per questo, i perpetuals sono strumenti consigliati solo se hai già esperienza sui derivati e se operi con una logica rigorosa di controllo del rischio.

Come vengono tassati i derivati crypto?

I profitti derivanti dalla negoziazione di strumenti finanziari derivati legati alle criptovalute sono considerati redditi finanziari e, in Italia, sono soggetti a una tassazione fissa del 26%. Questa aliquota si applica anche alle plusvalenze da cripto-attività e rappresenta un’imposta sostitutiva rispetto alla tassazione ordinaria IRPEF, che potrebbe essere superiore.

Base imponibile: la base imponibile, ovvero l’importo su cui si calcola l’imposta, è determinata dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita del derivato; per i derivati crypto, come futures e perpetuals, si tiene conto della chiusura della posizione e del guadagno realizzato, sia esso monetizzato (in valuta fiat) o reinvestito in crypto.

Imponibilità: in linea generale, i profitti ottenuti dalla compravendita di derivati crypto che hanno come sottostante (o collaterale) una o più criptovalute sono equiparati a redditi di capitale. Questo significa che, indipendentemente dal tipo di strumento derivato (futures, opzioni o perpetuals), l’imposta fissa del 26% si applica al netto delle eventuali perdite compensate nello stesso periodo fiscale (la medesima tassazione delle plusvalenze da trading spot di cripto-attività).

Regime fiscale dei derivati crypto

Bisogna prestare massima attenzione ad un punto chiave della normativa più recente sulle criptovalute: la normativa fiscale italiana, in particolare nella Circolare n. 30/E dell’Agenzia delle Entrate del 27 ottobre 2023, ha chiarito che gli strumenti finanziari derivati con sottostante cripto-attività non rientrano nel regime fiscale specifico delle cripto-attività.

Il Regolamento (UE) 2023/1114, noto come MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation), conferma questa impostazione a livello europeo. MiCAR stabilisce che le cripto-attività già coperte da normative esistenti sugli strumenti finanziari continuano a essere regolate da tali normative, mentre MiCAR si applica in via residuale alle cripto-attività non coperte.

Vale a dire: se esiste già una norma che regola un determinato strumento finanziario, come i futures o i perpetuals, è indifferente che abbia come sottostante una cripto-attività: la regola da applicarsi sarà quella già esistente e più generale.

Compensazione di plusvalenze e minusvalenze di strumenti finanziari derivati da crypto

Le cripto-attività e gli strumenti finanziari derivati con sottostante crypto sono considerati due categorie di asset distinte. Questo comporta una conseguenza fiscale importante: non è possibile compensare le plusvalenze e minusvalenze derivanti dal trading di cripto-attività con quelle derivanti dalla compravendita di strumenti finanziari, anche se questi hanno come sottostante delle criptovalute.

Derivati crypto e compensazione con altri strumenti finanziari

Invece, le perdite realizzate su strumenti finanziari derivati crypto (es. futures o perpetuals) possono essere compensate con i guadagni ottenuti da derivati che hanno come collaterale asset diversi, come azioni, indici o obbligazioni. Ad esempio, è possibile compensare una minusvalenza derivante da un future su Bitcoin con una plusvalenza ottenuta da un future su azioni.

Durata della compensazione delle minusvalenze

Le perdite derivanti da strumenti finanziari derivati crypto possono essere portate in compensazione con eventuali plusvalenze fino al quinto anno successivo alla realizzazione della perdita.

Nota: in questo caso, le minusvalenze possono essere portate in compensazione per un anno in più rispetto ai 4 previsti dalla normativa sulle cripto-attività!

Anche per questo motivo è fondamentale dichiarare le perdite: potrai pagare meno tasse negli anni successivi!

Tassazione sui futures crypto

I futures sulle criptovalute sono contratti che obbligano l’acquirente a comprare o vendere l’asset sottostante a un prezzo predefinito in una data futura. Questi strumenti vengono spesso utilizzati per speculare sull’andamento del prezzo delle criptovalute.

A livello fiscale, i profitti generati dalla compravendita di futures crypto sono considerati redditi di capitale e sono tassati con un’aliquota fissa del 26%, come previsto per i derivati finanziari.

Come si tassano i profitti da futures crypto?

Sintetizziamo in punti quello che devi fare e sapere per calcolare i profitti da futures che hanno come collaterale cripto-attività:

  • Aliquota fiscale: i profitti sono considerati redditi di capitale e sono tassati con un’aliquota fissa del 26% in Italia.

  • Momento della tassazione: la tassazione avviene al momento della chiusura del contratto. L’imposta deve essere versata l’anno successivo, in fase di dichiarazione dei redditi.

  • Compensazione delle perdite: le minusvalenze derivanti da futures possono essere utilizzate per compensare eventuali plusvalenze future, riducendo o azzerando l’imponibile.

Esempio pratico

  • Acquisti un contratto future per €10.000

  • Lo vendi dopo 6 mesi a €30.000

  • Il profitto è di €20.000

  • L’imposta al 26% sarà pari a €5.200

Tassazione sui perpetuals crypto

I perpetuals sono strumenti simili ai futures, ma non hanno una data di scadenza, il che li rende molto popolari tra i trader. Sono offerti da piattaforme come Bitmex e Binance.

Come si tassano i profitti dal trading di crypto perps?

Anche per i perpetuals, seguiremo regole simili a quelle appena viste per i futures:

  • Calcolo della base imponibile: la base imponibile per i perpetuals viene calcolata come la differenza tra il prezzo di apertura e il prezzo di chiusura del contratto. Solo i profitti sono soggetti a tassazione.

  • Tassazione delle commissioni (funding rates): nei perpetuals, esistono delle commissioni periodiche chiamate funding fees, che vengono pagate tra trader long e short; queste commissioni sono considerate redditi imponibili per chi le riceve e possono essere deducibili per chi le versa, a seconda del contesto fiscale.

  • Aliquota fiscale: l’aliquota applicata ai profitti derivanti da perpetuals e alle funding fees è sempre pari al 26%, analogamente ai futures.

Dichiarazione dei redditi per i derivati crypto

Dichiarare i redditi derivanti da strumenti finanziari legati alle cripto-attività può essere complicato, soprattutto dopo l’introduzione delle nuove regole fiscali a partire dal 2023. È importante ricordare che le cripto-attività devono essere dichiarate separatamente dagli strumenti finanziari derivati che hanno come collaterale criptovalute. Ecco una guida per semplificare il processo:

  • documentazione: raccogli e conserva tutta la documentazione relativa alle transazioni, inclusi contratti, estratti conto e ricevute;

  • calcolo dei profitti e perdite: esegui il calcolo dei profitti e delle perdite per ogni transazione, sia per futures che per perpetuals; assicurati di seguire il metodo di calcolo previsto dalle normative vigenti;

  • compensazione delle perdite: verifica la possibilità di compensare le minusvalenze con plusvalenze ottenute da altri redditi finanziari, riducendo così l’imponibile;

  • consulta un esperto fiscale: data la complessità delle normative, è altamente consigliabile rivolgersi a un consulente fiscale per garantire una corretta dichiarazione e conformità alle regole.

Quadro RT della dichiarazione dei redditi

I redditi derivanti da strumenti finanziari devono essere dichiarati nel Quadro RT del modello Redditi Persone Fisiche. A seconda del tipo di strumento finanziario - e, ormai l’avrai capito, a prescindere che ci siano criptovalute come sottostante! - potresti doverli includere in una sezione piuttosto che un’altra. L’Agenzia delle Entrate fornisce indicazioni dettagliate nella sua guida alla compilazione.

Tasse sugli strumenti finanziari con crypto come collaterali: conclusioni finali

La tassazione dei derivati crypto, inclusi futures e perpetuals, è un aspetto fondamentale che ogni investitore in criptovalute deve conoscere. Sebbene le regole possano variare a seconda del tipo di strumento, è fondamentale comprendere come vengono tassati questi strumenti finanziari per evitare sanzioni e ottimizzare il proprio portafoglio.

CryptoBooks può aiutarti a gestire in modo efficace la tua fiscalità in ambito crypto e di cripto-attività: un fondamentale punto di partenza per chiunque possieda crypto! Se, poi, devi rendicontare fiscalmente degli strumenti finanziari crypto, il suggerimento è di rivolgerti ad un commercialista che possa assicurarti una corretta dichiarazione dei redditi e la massima conformità alle normative vigenti.

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