Fiscalità
18/07/2024
Benvenuto in questa guida su come pagare meno tasse sulle cripto nel 2024. Ti parlerò di strategie efficaci per ottimizzare la tua fiscalità sulle criptovalute, basandoci sulle ultime normative e sugli strumenti disponibili per gli investitori. Vedremo come ridurre le imposte sulle plusvalenze, compensare le perdite e sfruttare al meglio le nuove regolamentazioni.
La guida si compone di 4 strategie principali per l’ottimizzazione fiscale delle criptovalute:
Scegliere le transazioni giuste: vedrai a breve cosa significa esattamente!
Sfruttare il metodo della “raccolta delle perdite” per compensare le minusvalenze.
Come scegliere le minusvalenze giuste.
Attenzione allo staking! Ecco come risparmiare sulla tassazione dei rewards da staking.
Sono i 4 capitoli in cui si articola questa guida completa al risparmio fiscale sulle criptovalute nel 2024: continua a leggere e scoprirai come risparmiare tantissimo in tasse! Se preferisci, te la spiega meglio Federico Pacilli in questo video: questa guida scritta può rimanere il tuo punto di riferimento per un "veloce ripasso"!
Ricordati una cosa importante: per risparmiare in tasse, non possiamo agire sul “pregresso”; su ciò, dunque, che abbiamo fatto e compiuto l’anno scorso. Il passato è passato e le tasse sull’anno precedente sono ormai “immodificabili”.
Quello che possiamo fare, tuttavia, è pensare all’anno in corso per far sì che, agendo sin da ora nei modi che ti dirò a breve, potrai risparmiare - in certi casi anche migliaia e migliaia di euro! - sulle imposte che dovrai versare l’anno prossimo.
La prima strategia di ottimizzazione fiscale crypto parte da un presupposto normativo specifico, vale a dire la categorizzazione delle cripto-attività così come delineata dall’Agenzia delle Entrate nella sua circolare del 27 ottobre.
Secondo la normativa italiana, esistono diverse categorie di cripto-attività: token di pagamento, utility token, NFT e security token. La permuta tra cripto-attività con uguali caratteristiche non è fiscalmente rilevante. Tuttavia, la permuta con e-money token, come USDC, è sempre fiscalmente rilevante.
Gli E-money token (abbreviati in "EMT") sono fondamentali perché influiscono sulla rilevanza fiscale delle tue transazioni crypto. Infatti, scambiando un token qualunque con un “E-money token” si genera un evento fiscale impositivo sull’eventuale plusvalenza. Tradotto in parole semplici: se scambio bitcoin o ether per USDC e con quella criptovaluta sono in positivo (ad es. ho comprato 1 BTC a 10'000$ e quando lo scambio ottengo in cambio 65'000 USDC), sarò tenuto al versamento delle imposte sulla plusvalenza di 55000$. Questo poiché scambiando un token con un EMT il Fisco considera la plusvalenza come “realizzata”. Si tratta, dunque, di un "cash-out" a tutti gli effetti.
Ad oggi, le uniche stablecoin ufficializzate come E-Money Token sono USDC e EURC, due token dell'emittente Circle, ancorati rispettivamente al dollaro e all’euro.
Arriviamo al sodo, dopo queste doverose premesse: come risparmiare in tasse l'anno prossimo?
Utilizzare stablecoin senza licenza EMT
Per evitare imposte su plusvalenze, dovrai preferire scambiare crypto con stablecoin che non hanno licenza EMT, come DAI e USDT ad esempio. Evita, quando ti è possibile, scambi con token ufficializzati come USDC ed EURC.
La raccolta delle perdite fiscali è una strategia chiave per ridurre le imposte. Il concetto apparentemente è semplice: vendere crypto in perdita per compensare le plusvalenze e ridurre il carico fiscale complessivo. Per capire meglio questa strategia conviene partire dai concetti più basilari.
Una plusvalenza si ha qualora si venda un asset ad un prezzo maggiore rispetto a quello cui lo si è comprato. In altre parole, è la differenza positiva tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto del bene.
Ricordiamo che la legge crypto recita quanto segue:
"Le plusvalenze (...) sono sommate algebricamente alle relative minusvalenze; se le minusvalenze sono superiori alle plusvalenze, per un importo superiore a 2.000 euro, l'eccedenza è riportata in deduzione integralmente dall'ammontare delle plusvalenze dei periodi successivi (...)."
Cosa significa questo? Innanzitutto, che se hai realizzato un guadagno o plusvalenza, che dir si voglia, dovresti pagarci un'imposta nel momento in cui tale plusvalenza è realizzata. Ma che, in aggiunta, se con altri asset - sempre in cripto-attività - sei in perdita, e tali perdite vengono realizzate con un cash-out, puoi compensare i guadagni con le perdite e pagare l'imposta solo se la somma risultante è positiva.
Ad es. se ottengo plusvalenze per 6.000€ con bitcoin ma sono in perdita di 3.000€ con ether, per il Fisco l'imposta (pari al 26%) dovrò calcolarla sulla differenza, cioè su 3.000€.
Le perdite, inoltre, possono essere portate avanti per 4 anni, permettendoti di compensare future plusvalenze.
Vale a dire: se quest'anno ho guadagni per solo 5.000€ con bitcoin e perdite per 10'000€ con ether, il saldo negativo (-5.000€) potrà essere portato in compensazione per i successivi 4 anni. Ma attenzione: nel calcolo delle minusvalenze, i 2.000 euro funzionano da franchigia: potrò quindi andare a riportare agli anni seguenti solamente l'eccedenza di minusvalenza dalla franchigia. Quindi, dei 5.000 euro di minusvalenza registrata quest'anno, potrò portarmi dietro 3.000 euro; se l'anno prossimo avrò una plusvalenza con un asset pari a 4.000€, potrò compensarla con la minusvalenza riportata.
Sai qual è la cosa interessante? La soglia di esenzione di 2.000€: in Italia le plusvalenze complessive inferiori a 2.000€ non sono tassate. Puoi sfruttare questa soglia compensando le plusvalenze con le perdite per mantenere il saldo complessivo sotto i 2.000€, evitando così il pagamento di imposte, come verificatosi nell'esempio presentato.
Facciamo un altro esempio pratico.
Immagina di avere:
una plusvalenza di 10.000€ su ETH
una minusvalenza di 5.000€ su SOL.
Compensando le due, la plusvalenza netta sarà di 5'000€, riducendo l'imposta dovuta da 2'600€ a 1'300€.
Puoi anche vendere posizioni in perdita e riacquistarle successivamente, mantenendo la tua strategia di investimento. Quindi, nel nostro esempio, puoi vendere i tuoi SOL in fiat per "ufficializzare" la minusvalenza e riacquistarli in un secondo momento - proseguendo con il tuo piano di investimento o attività di compravendita.
Quest'ultima strategia, nei mercati tradizionali di alcuni paesi, è vietata o regolata specificamente e assume il nome di wash sale.
Arrivati a questo punto una domanda che potrebbe sorgere spontanea è la seguente: come si fa ad "ufficializzare" le perdite in crypto? Magari già lo sai, ma si ufficializza una perdita (o un guadagno) con il cosiddetto "cash-out", ovvero una transazione che assume una rilevanza fiscale.
Tra gli eventi che hanno rilevanza fiscale - da cui dunque possono generarsi obblighi impositivi - abbiamo lo swap tra una criptovaluta come bitcoin ed un qualunque E-money token. Ad oggi, i due principali E-money token sono USDC e EURC. Scambiando una tua crypto in perdita per uno di questi due token stai ufficializzando quella perdita. Successivamente, come spiegato poc'anzi, puoi fare uno swap inverso dall'E-money token verso la crypto originale per rientrare nella medesima posizione.
In questo ultimo blocco tratteremo lo staking, per non dobbiamo lasciare nulla di irrisolto e farvi capire come funziona - fiscalmente parlando - anche questa tipologia di cripto-attività. Questa strategia di ottimizzazione fiscale delle crypto è stata in parte già analizzata anche nel nostro precedente articolo sulle 4 cose da fare per ridurre il carico fiscale crypto.
Il problema principale nel contesto del risparmio tasse crypto e del risparmio tasse staking è il prezzo di carico dei rewards. La legge di bilancio italiana parla chiaro: i proventi derivanti dalla detenzione di cripto-attività sono assoggettati a tassazione senza alcuna deduzione. Questo significa che lo staking è tassato, ma quando metti in stake le tue crypto, i rewards non possono essere dedotti dalla quota iniziale dello staking. La ragione è che l’attivazione dello staking è fiscalmente irrilevante: la quantità di crypto messa in stake ti ritorna, ma i rewards entrano nel tuo portafoglio a costo zero.
Quando metti in stake le tue crypto, il capitale iniziale inserito non viene considerato come un vero e proprio investimento ai fini della deduzione fiscale sui proventi. Quando ritiri il capitale dallo staking, questo rientra a valore fiscale nullo. In altre parole, non genera un impatto fiscale diretto in termini di plusvalenze o minusvalenze. Tuttavia, tutti i rewards che percepisci dallo staking entrano nel tuo portafoglio a costo zero.
Quando decidi di vendere i rewards ottenuti dallo staking, genererai una plusvalenza pari all'intero importo della vendita, dato che il prezzo di carico è zero. Questa plusvalenza è soggetta al 26% di tassazione. È cruciale capire questo meccanismo per gestire correttamente le tue operazioni e ottimizzare il risparmio tasse crypto.
Immagina di avere ricevuto rewards da staking durante una settimana e di aver deciso di vendere quelle crypto. Secondo il metodo LIFO (Last In, First Out), i rewards sono le prime unità ad essere vendute. Essendo stati acquisiti a costo zero, la vendita genera una plusvalenza sull'intero importo, su cui pagherai il 26% di tasse. Questa situazione può portare a pagare una somma elevata di tasse se non gestita correttamente.
Per ottenere un risparmio tasse staking, devi fare attenzione a come e quando vendi i rewards. Una strategia efficace è quella di monitorare le plusvalenze generate durante l'anno e compensarle con eventuali minusvalenze. Adottare questa strategia richiede una pianificazione attenta e una comprensione chiara delle tue transazioni.
Un'altra strategia prevede di dividere il capitale messo in stake dai rewards (dovrai utilizzare sapientemente il metodo LIFO). Se devi fare cash-out, pensa sempre a vendere la quota capitale, prima dei rewards: le tasse saranno molto ma molto più basse! Se oltre a vendere una parte dei tuoi asset sei interessato a mantenere una certa somma di token in staking, allora fai così:
Separa i reward da staking rispetto alla quota capitale e spostali su un altro wallet o conto
Togli dallo staking la parte dell'asset che vuoi vendere; l'eventuale plusvalenza sarà calcolata normalmente, considerando anche il prezzo di carico.
Fai tornare i reward da staking sul wallet su cui fai effettivamente staking
Fai ripartire lo staking utilizzando sia la quota capitale iniziale che è rimasta, sia ii reward che hai riportato sul wallet originale e che ora faranno nuovamente parte della quota capitale.
In tal modo pagherai le tasse solamente quando venderai tutto l'asset e non solo una parte!
Leggendo quest'articolo ti sarai sicuramente chiesto come poter fare tutte le operazioni su elencate da solo: è chiaramente un'operazione complicata e resa difficile dal mondo crypto e blockchain. Ci vogliono anche decine di ore e competenze specifiche di analisi delle transazioni e contabilità crypto per sfruttare tutte le numerose possibilità di risparmio fiscale che ti aspettano.
Come fare dunque? Sicuramente con un software, non c'è davvero alternativa! Oggi ti parlo di CryptoBooks, un software di rendicontazione fiscale che non si limita a calcolare quali e quante tasse devi versare sulle tue valute digitali, ma grazie a delle funzionalità esclusive che sono disponibili con tutti i piani ti permette anche di risparmiare in tasse crypto.
Quanto puoi risparmiare? Questo dipende ovviamente dall'entità del tuo portafogli e dalle situazioni specifiche, ma ti assicuro che ci sono casi di crypto investitori che hanno risparmiato decine di migliaia di euro in imposte!
Usando CryptoBooks puoi monitorare le tue minusvalenze potenziali e prendere decisioni informate su quali posizioni chiudere per ottimizzare il carico fiscale. Puoi provare CryptoBooks gratis per 7 giorni e scoprire tutte le sue funzionalità di portfolio tracker, reportistica fiscale e ottimizzazione di fiscalità!
Fiscalità
02/02/2024
Depositare le proprie criptovalute in una liquidity pool è uno dei casi d’uso più comuni della Finanza Decentralizzata. In questo articolo vediamo come funziona.
Leggi l'articoloFiscalità
02/02/2024
Ecco quali sono le scadenze fiscali 2024 per chi possiede criptovalute.
Leggi l'articoloFiscalità
02/02/2024
In questo articolo vediamo insieme come alcuni exchange applicano le commissioni alle diverse transazioni in criptovalute.
Leggi l'articoloFiscalità
02/02/2024
In questo articolo vediamo insieme quali sono le norme introdotte dalla manovra finanziaria 2023 in materia di fiscalità delle criptovalute.
Leggi l'articoloCryptoBooks calcola le tasse sulle tue criptovalute con il 100% di accuratezza: la tranquillità di report fiscali corretti, da consegnare direttamente al tuo commercialista.
CryptoBooks supporta centinaia di integrazioni, da quelle più diffuse a quelle di nicchia, tramite API o CSV per gli exchange. Puoi anche connettere direttamente chain e wallet. E se non trovi ciò che cerchi, puoi creare integrazioni personalizzate.
Affidati alle procedure guidate o alla nostra AI per la riconciliazione delle transazioni crypto, su misura per te. Potrai contare sul nostro supporto dedicato, in ogni momento.
Scegli i parametri di esportazione e scarica i quadri pre-compilati e i report fiscali da consegnare al tuo commercialista. Rispettiamo le leggi italiane al 100%.